Giuseppe, Un Papà Scelto da Dio

On 30 novembre 2019 by Nonna Tina

Molti e molti anni fa a Nazareth, piccolo paese della Galilea, viveva Giuseppe, un giovane discendente del re Davide. Egli aveva tante qualità ed era apprezzato da tutti i suoi compaesani perché era un giovane affidabile e laborioso . Possedeva una piccola casa e una botteguccia dove svolgeva il mestiere di falegname. Un lavoro faticoso, umile,  duro che certamente non gli permetteva di condurre una vita agiata,  ma che gli dava tante soddisfazioni. Giuseppe  amava tanto quel lavoro perché gli permetteva di essere creativo, di aiutare il suo prossimo e di venire a contatto con tante persone. La sua botteguccia , infatti, era sempre piena di gente ed era diventata con il tempo un centro di incontri e di vita sociale. Qui approdavano massaie in cerca di madie, matterelli ed altri utensili, contadini che si rifornivano di attrezzi per svolgere il loro lavoro, giovani sposi che avevano bisogno di mobili per arredare la loro nuova casa.  Si parlava delle proprie difficoltà,  si raccontavano i propri sogni e si diffondevano le buone e le cattive notizie del paese.

Giuseppe era sempre sereno, allegro e per tutti aveva un sorriso, un consiglio o una parola buona. Per soddisfare tutte le richieste, a volte, lavorava fino a notte fonda e dimenticava persino di mangiare. Mangiare  … poi che cosa? Un pezzetto di pane duro e quando andava bene un po’ di formaggio o un uovo  che gli avevano dato i suoi clienti in cambio del suo lavoro.  Tutti a Nazareth parlavano bene di lui non solo  per la sua serietà, ma soprattutto per il suo grande cuore che spesso si muoveva a compassione dei bisognosi e dei sofferenti e porgeva loro il suo aiuto. Queste voci di paese arrivarono fin al trono di Dio. Un giorno Egli chiamò a sé un suo messaggero e gli disse:

  • Vai sulla terra a constatare di persona se questi apprezzamenti sul giovane Giuseppe siano veri.

L’angelo si meravigliò di quella richiesta e curioso chiese:

  • O mio Signore, perché ti interessi tanto a questo giovane?
  • Se veramente è un bravo giovane, giusto, pio, devoto e caritatevole lo sceglierò come padre putativo per il mio Gesù che presto scenderà sulla terra per salvare gli uomini dal peccato e per aprire loro le porte del Paradiso. Egli ha bisogno di una famiglia come tutti i bambini. Rispose Dio. Ora va, non perdere altro tempo e torna presto a riferire.

L’angelo volò sulla terra assumendo le sembianze di una povera donna. Raggiunse Nazareth in una giornata freddissima piena di gelo e di tramontana. Le vie del piccolo paese erano deserte perché nessuno si azzardava ad uscire fuori con quel tempaccio. La donna si avvicinò alla botteguccia di Giuseppe e vide che lavorava con lena,  cantava ed un sorriso beato era stampato sul suo viso.  Il messaggero di Dio ad un certo punto cadde a terra. Le sue membra erano anchilosate ed intirizzite,  le mani,  le gambe ed il viso erano diventati violacei per il freddo intenso. Giuseppe, appena si accorse che quella donna era a terra, sollecito uscì fuori, l’ aiutò ad alzarsi e la condusse nella sua botteguccia dove ardeva un fuocherello fatto di trucioli. Dopo preparò alla donna una bevanda calda per darle ristoro. La donna ringraziò Giuseppe e non appena si fu ripresa un po’si alzò per andarsene perché non voleva dargli ulteriore disturbo.  Il falegname però la trattenne invitandola a passasse la notte lì. La donna gli rispose che doveva tornare al più presto a casa perché c’erano tre bambini che l’attendevano. Ella era una donna sola, vedova e povera. Abitava da poco a Nazareth e non conosceva nessuno. Era uscita con quel tempo per trovare  almeno qualche rametto o pezzo di legno per fare un fuocherello e scaldare i suoi piccini. Aveva vergogna di  chiedere ai vicini qualcosa da mangiare per loro. Giuseppe ebbe tanta compassione per quella donna e per i suoi bambini. Senza pensarci due volte prese due pagnotte e una gallina che aveva ricevuto proprio quel giorno da un cliente come pagamento al suo lavoro e li donò alla donna che rimase stupita da tanta generosità. Giuseppe prese poi un sacchetto, lo riempì di trucioli e di pezzetti di legno e glielo donò. La donna non voleva accettare quei  doni perché erano il frutto di tanto lavoro, ma il giovane fu irremovibile.  Egli non avrebbe permesso mai che dei bambini soffrissero la fame ed il freddo. Giuseppe pensò di accompagnare la donna a casa dato che si era fatto buio, ma quando andò a prendere in casa un lume, per illuminare la strada, non  la trovò più. Andò in cerca della donna, ma non la trovò. Ovunque regnava l’oscurità ed il silenzio. Chissà dove era andata a finire quella donna si chiese Giuseppe e rimase ancor più stupito quando ritornò a casa e sul tavolo della sua cucina  trovò le cose che aveva donato alla donna. Egli per molto tempo  pensò alla stranezza di quell’accadimento.

L’angelo tornò in Cielo e disse a Dio che aveva visto a Nazareth la bontà in persona. Giuseppe era un giovane buono, generoso, dolce, educato e soprattutto caritatevole ed altruista e  poteva, senza ombra di dubbio, diventare il padre putativo di Gesù Bambino.

In quel piccolo paese della Galilea  viveva anche una fanciulla piena di  virtù, bella come il sole, pura, immacolata e Dio la scelse per la sua umiltà come mamma di Gesù.  Il Bambinello poteva nascere e venire sulla terra perché ora aveva una mamma ed un papà  che lo stavano aspettando. Egli  come tutti i bambini della terra avrebbe avuto una famiglia che lo avrebbe amato, custodito, cresciuto, educato e lo avrebbe guidato  nel mondo.

 

 

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