I Sacrifici di Una Mamma

On 26 aprile 2019 by Nonna Tina

Tanti e tanti anni fa non c’erano le comodità di cui noi oggi godiamo. Mancava l’acqua in casa e le donne erano costrette ad attingerla ogni giorno alla fontana pubblica. Non c’erano gli elettrodomestici ed il  lavoro delle donne, per questo,  era molto faticoso. Le donne, oltre a dedicarsi alla cura della casa e dei figli, dovevano lavorare nei campi. Chi non possedeva un pezzo di terra, per arrotondare il magro salario del marito andava a lavorare come domestica o a lavare i panni delle famiglie benestanti e nobili. Mamma Pina era una donna energica, amorevole e sempre allegra. Ella voleva molto bene ai suoi bambini, ma cercava di educarli con autorevolezza. Diceva loro che la vita specialmente per i poveri era dura e bisognava avere le spalle larghe per affrontarla. I ricchi erano dei privilegiati perché non dovevano fare sacrifici per conquistare un posto nel mondo. Essi avevano trovato tutto già bello e fatto.  Il loro lavoro consisteva nel godere del patrimonio accumulato  dai loro nonni  o dai loro genitori nel corso degli anni.

 

Mamma Pina era disperata perché nella sua famiglia da qualche tempo le cose non andavano bene.  Il marito  era disoccupato ed in  casa spesso non c’era nulla da mangiare. Le doleva il cuore nel vedere i suoi bambini soffrire la fame e privarsi di tante cose. Un giorno, quando andò nella piazza del paese ad attingere l’acqua alla fontana,  incontrò alcune donne che si lamentavano perché non sempre potevano dare ai figli le cose di cui avevano bisogno. Una di esse disse che da quando ella faceva la lavandaia le condizioni economiche della sua famiglia erano migliorate. Mamma Pina pensò alle parole della donna e decise di fare anche lei la lavandaia per  procacciare ai suoi piccini almeno l’indispensabile.  Era certamente un lavoro duro e faticoso, ma a lei le forze non mancavano perché era robusta e godeva di ottima salute. Era abituata ai sacrifici fin dalla più tenera età. Tornata a casa ne parlò con il marito. L’ uomo si inquietò:

  • Donna, cosa ti passa per la testa? Vuoi coprirmi di vergogna e farmi passare per uno che si fa mantenere dalla moglie? Non sai che è l’uomo che deve provvedere ai bisogni della famiglia e il ruolo della donna da sempre è stato quello di crescere i figli e dedicarsi ai lavori domestici?

Mamma Pina gli disse che non c’ erano per il momento altre alternative per assicurare ai figli  almeno le cose basilari delle quali avevano bisogno. L’uomo capitolò dopo tante insistenze della donna ad una condizione:  che non appena egli avesse trovato un’occupazione lei sarebbe tornata a prendersi cura della casa e dei figli.

 

Quando mamma Pina, il primo giorno, si recò al lavoro fu uno strazio per lei lasciare i suoi bambini. Mille furono le raccomandazioni fatte al marito e ai suoi pargoletti. Le veniva da piangere, ma presto ricacciò le lacrime indietro e con uno sforzo immane uscì da casa. Ella poi con passo svelto e risoluto si avviò verso il fiume. Lungo la strada incontrò tante lavandaie  che svolgevano questo lavoro da tanto tempo. Arrivate a destinazione esse presero i panni sporchi  e iniziarono subito a lavarli. Mamma Pina non sapeva da dove cominciare. Ella non era stata mai al fiume. Aveva lavato i suoi panni e quelli dei suoi familiari sempre alla fontana pubblica. Una donna anziana, capito il suo disagio, le diede dei consigli e delle indicazioni sul modo di procedere.

  • Figlia mia, prima di tutto devi trovare un posto adatto sulla riva del fiume dove ci sia una grossa pietra da utilizzare come lavatoio. Successivamente devi insaponare tutti i panni e metterli in una bagnarola ed, infine sciacquarli nell’acqua corrente del fiume. Devi stare, però, attenta, continuò la donna, perché questa operazione è difficile perché la corrente  con la sua forza può strapparti i panni dalle mani e portarli  lontano da qui.

Mamma Pina ringraziò la donna, seguì i suoi consigli e poi si mise subito all’opera.

Ella da subito capì che quel mestiere era massacrante e duro. Stare poi per molto tempo inginocchiata su una tavoletta di legno e con i piedi nell’acqua fredda del fiume non era una cosa da poco.

Mamma Pina, prima del tramonto, raccolse i panni che aveva steso al sole dopo averli lavati , li piegò e li collocò  in una cesta.  Ella, prima di rincasare, andò dalla signora che le aveva commissionato quel lavoro per portarle i panni puliti e ricevere in cambio la ricompensa al suo lavoro. Ma quando vide quei pochi spiccioli, dati dalla donna, rimase delusa profondamente e si avviò a casa mestamente, pensando che affrontava tanti sacrifici per niente. Col passare del tempo si sentiva sempre più stanca, si vedeva invecchiata. Infatti il suo bel viso liscio e roseo era sciupato e rugoso, le sue mani ruvide e callose. Sembrava una persona più grande della sua età. La giovinezza era volata via. Il marito non l’aiutava affatto in casa per sollevarla un po’ da quell’enorme peso che gravava sulle sue spalle perché la mentalità corrente non concepiva che l’uomo dovesse fare i lavori domestici, destinati solo alla donna. Mamma Pina era costretta allora a fare tutto lei in casa. Mentre i suoi bambini ed il marito la sera andavano a dormire ella vegliava fino a tarda ora. A volte vedeva sorgere l’alba. La donna cuciva, rammentava, stirava, sferruzzava per realizzare maglioni, calze, sciarpe e cappellini per i suoi adorati bambini. Desiderava tanto lasciare quel lavoro per potersi occupare dei ragazzi a tempo pieno e seguirli nella crescita e dare loro un’educazione adeguata. Ella pregava il Signore che il marito trovasse al più presto un’occupazione. Un bel giorno, quando non ci sperava più, il padre dei suoi bambini, tornò a casa contento perché in un paese vicino aveva trovato un buon lavoro. Egli abbracciò la moglie e le disse:

  • Mia cara, da oggi in poi non farai più la lavandaia. E’ venuta l’ora di ritornare a  occuparti solo della casa e dei tuoi figli. Hai lavorato fin troppo e ti ringrazio dei tanti sacrifici affrontati. Ora spetta a me, uomo di casa, provvedere alla famiglia.

Mamma Pina sentendo quelle parole si mise a piangere di gioia. Ella aveva aspettato tanto quel momento.  Aveva passato giorni veramente difficili, però aveva con i suoi immensi sacrifici assicurato ai suoi bambini il necessario per vivere. Tutto quello che aveva fatto lo aveva fatto solo per amore delle sue creature. Mamma Pina aveva un solo rimpianto : lasciare quelle buone amiche lavandaie che le avevano insegnato tante cose e l’avevano fatta sentire parte di loro. Esse avevano rallegrato quelle giornate di duro lavoro intonando canzoni dei loro verdi anni. Inoltre le avevano fatto capire che non bisognava mai mollare davanti alle difficoltà, anzi  lottare come una leonessa. Condividere con gli altri non solo i giorni felici, ma soprattutto quelli tristi e ricordare che dopo ogni tempesta ritorna il sole ad illumina le nostre vite ed il mondo.

 

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