La Sogliola

On 21 settembre 2021 by Nonna Tina

Tanti e tanti anni fa, in un bellissimo mare dove l’acqua era limpida e pura, viveva Dorella, una bellissima creatura marina . Possedeva una grazia innata, un corpo armonioso e una pelle luminosissima variamente colorata.  Ella non restava insensibile  agli sguardi di ammirazione  e ai complimenti che molti abitanti del mare le rivolgevano quando la incontravano. Così si convinse di essere la più bella di quel luogo. La sua vanità aumentava a dismisura ogni giorno di più  e, con il passare del tempo, un altro difettuccio si faceva strada nel suo carattere: la superbia.

Dorella viveva in un mondo tutto suo dove nessuno poteva entrare. Ella, infatti, non aveva amici e per questo viveva in solitudine.

Trascorreva la maggior parte del suo tempo a specchiarsi nelle acque marine e a ripetere a se stessa: Come sono stupenda!  Io sono la creatura più bella non solo di questo mare, ma di tutti i mari e anche degli oceani.

Un giorno  un vecchio granchio, passando di là e ascoltando le parole pronunciate  ad alta voce da Dorella,  ridendo a crepapelle  le  disse: – Come siamo modeste da queste parti!  Come fai a dichiarare che sei la più bella di tutti i mari se non ti sei mai mossa da qui?  Io che sono un vecchio lupo di mare e ho girato tutto il mondo ti posso assicurare che ho visto esseri più belli di te.

Dorella, punta nel suo orgoglio e nella sua vanità, scattò e in malo modo si rivolse al granchio: – Povero vecchio babbeo, tu non sai nemmeno cosa vuol dire la parola bellezza e quindi non puoi dare un giudizio né su di me né su altri.

Il granchio ribattè:- Anche se tu fossi Miss Universo nessuno noterebbe la tua bellezza  a causa del tuo cattivo carattere, aggressivo,  maleducato e superbo . Ti voglio dare un consiglio: – Sii più umile, scendi dal tuo piedistallo e stringi delle amicizie.  Gli amici sono doni preziosi che non ti fanno sentire mai sola e riempiono di gioia le tue giornate e danno un senso alla tua vita.

Dorella disse al granchio con sufficienza che lei non aveva bisogno di nessuno,  stava bene da sola ed era in grado di badare a se stessa.

Ma un brutto giorno Dorella capì a sue spese che nessuno poteva vivere da solo e che tutti hanno bisogno degli altri e le ritornarono in mente le parole del vecchio pesce.

Una mattina stava nuotando beatamente, quando all’improvviso sbucò dal nulla un capodoglio. Quel grande pesce stava andando verso la sua direzione con la bocca spalancata, pronto per inghiottirla.

Dorella tremò dalla paura e non sapeva in un primo momento cosa fare. Tutto il suo corpo era paralizzato, incapace di eseguire qualsiasi movimento. Ad un tratto si avvicinò a lei un polpo che la strinse  con i suoi tentacoli per trarla in salvo.  La bella creatura si divincolò e  gli disse di lasciarla in pace e di andarsene che non aveva bisogno del suo aiuto. Dorella   scappò via e cercò rifugio nel fondale marino e si nascose sotto una grande pietra. Il grosso pesce, capita la sua intenzione,  la inseguì perché non voleva rinunciare a quella preda così squisita.  Il capodoglio cercò di prendere la fuggitiva spostando la pietra .

Ma, ad un tratto, essa dopo tanti scossoni cadde pesantemente su Dorella, schiacciandola. Il capodoglio, vista la situazione,  se ne andò via perché quella preda, secondo lui, non era più buona da mangiare dato che era tutta rovinata . Dorella provava un dolore lancinante in tutto il corpo e incominciò a piangere senza ritegno.

Voleva urlare per  chiedere aiuto, ma chi sarebbe accorso da lei? Si chiese. Se lei aveva sempre disdegnato tutti persino quel gentile polpo che era accorso per salvarla. Non aveva uno straccio di amico per il suo comportamento schivo e altezzoso. Fortuna che  un tonnetto passò da quel luogo e sentendola  lamentare, si avvicinò  al grande sasso piano piano e si accorse che là sotto c’era un pesce e che era ancora vivo. Chiamò subito a raccolta alcuni suoi amici ed insieme liberarono Dorella  alzando quell’enorme pietra quel tanto che bastava per farla uscire fuori.

Ma davanti ai loro occhi  apparve qualcosa di inaspettato e sconvolgente. Essi in coro esclamarono:

-Oh!!! Che brutta creatura! Nel nostro mare non abbiamo mai visto un pesce simile. Chissà da dove è venuto.

Dorella  si chiese  cosa non andasse in lei da suscitare quella  reazione.

Il più piccolo del gruppo esclamò: – Come sei strana! Sei così piatta che sembri una soletta delle scarpe degli umani!  I tuoi occhi poi sono uno vicino all’altro e la tua pelle ha lo stesso colore del fango  del fondale.

Dorella si inquietò ascoltando quelle parole e rivolgendosi al pesciolino disse: – Ma di chi stai parlando? Non certo di me perché io sono una creatura meravigliosa, ammirata da tutti.

Ella  subito si specchiò nell’acqua marina e rimase senza parole …  non credeva ai suoi occhi.  Non si riconobbe in quella creatura insignificante  e orribile che vedeva riflessa.

–  Cosa mi è successo e quale magia è avvenuta? Chi  ha osato farmi questo scherzo? Disse urlando Dorella.

Uno dei pesci le fece capire  che era stata quella grossa pietra schiacciandola a modificare il suo aspetto. Quella che vedeva  era proprio lei e ormai si doveva abituare a quella nuova immagine e ad accettarla.

Dorella scoppiò in un pianto dirotto e pensò che era stata troppo vanitosa e superba e aveva  dato troppa importanza alla sua bellezza, fino a quel momento. Doveva, invece, apprezzare altre cose ed essere umile e più amorevole verso i suoi simili. Dorella disse a se stessa che aveva avuto il giusto castigo per il suo comportamento altezzoso e inqualificabile.  Ella, per non farsi vedere in giro in quelle condizioni, se ne andò nel fondale marino e stava nel fango  e nella sabbia perché nessuno la potesse notare. Solo quando riuscì ad accettarsi in quella nuova veste risalì in superficie.

Da quel giorno tutti gli abitanti del mare la chiamarono sogliola per la sua forma appiattita e nessuno la chiamò più Dorella.  Ella, dopo quanto le era accaduto, capì che la bellezza è qualcosa di effimero che può svanire all’improvviso, mentre solo le cose vere e i buoni sentimenti restano inalterati nel tempo.

 

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