Leggenda Comasca di Capodanno

On 31 dicembre 2018 by Nonna Tina

Nelle vallate del Comasco usavano, una volta, la notte di Capodanno, appendere alla porta dei casolari un bastone, un sacco e un tozzo di pane.

Eccone il perché.

Molti anni fa, al tempo dei tempi, e precisamente la notte di San Silvestro, padron Tobia stava contando il proprio gruzzolo in un angolo della sua capanna, quando fu battuto alla porta. L’avaro coprì con un gabbano i suoi ducati e andò ad aprire.

Una folata d’aria gelata e di neve lo colpì in viso.

Era una notte d’inverno.

Sotto la tormenta, nel nevischio, egli vide un pover’uomo che si reggeva a stento e che non aveva neppure un cencio di mantello. Padron Tobia fu molto contrariato da quella visita e domandò bruscamente allo sconosciuto:

<< Che fate qui? Che volete? Chi siete?>>.

<<Sono un povero viandante sperduto e sorpreso dalla bufera e vi chiedo in carità di poter dormire nel vostro fienile>>.

<<Io non lascio dormire nessuno nel mio fienile.Andate, andate: non posso far nulla per voi!>>.

<< Datemi almeno un tozzo di pane>>.

<<Non ho pane; andate!>>.

<<Datemi un sacco, un cencio da mettermi al collo, ché muoio di freddo!>>:<<Non ho sacchi, non ho cenci!>>.

<< Almeno una fiaccola per ritrovare il sentiero; un bastone per appoggiarmi …>>.

<<Non ho fiaccole e non ho bastoni!>>.

E, chiuso l’uscio in faccia all’infelice, ritornò al suo gruzzolo; ma sotto il gabbano, invece dei ducati, trovò un pugno di foglie secche!

Padron Tobia impazzì e terminò i suoi giorni vagando per le vallate natie e raccontando a tutti la sua disgrazia. Da allora in poi la notte di Capodanno tutti appesero alla porta del proprio casolare un bastone, un sacco e un tozzo di pane.

(O. Cima)

 

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