Il Circo a Gambalunga

On 26 gennaio 2020 by Nonna Tina

Stamattina è arrivato il circo nel piccolo paese di Gambalunga.

E’ una piacevole sorpresa per gli abitanti del posto, perché porta una ventata di novità in un luogo in cui raramente succede qualcosa di nuovo. E’ entusiasmante vedere sfilare per le vie del paese la gente del circo con i suoi vestiti colorati, ornati di paillette e lustrini, con i sorrisi stampati sulle labbra e con i visi raggianti ed impasticciati. Molti si affacciano dai balconi e dalle finestre per salutarli, altri, invece, escono in strada per osservarli da vicino. I bambini poi non credono ai loro occhi nel vedere quel corteo insolito e rumoroso. Senza perdere tempo si accodano alla allegra brigata, battendo le mani e lanciando gridolini di gioia. Si respira tutto intorno aria di festa. C’è solo una nota stonata in tutta quella allegria: il pianto di un bambino impaurito alla vista dei trampolieri, che gli sembrano spaventosi mostri giganti. Così la mamma per calmarlo lo conduce subito a casa.

Il mondo del circo è un mondo magico che fa sognare grandi e piccini. La sera la cittadina si anima e da lontano si scorgono le luci del circo e si odono note che si rincorrono e diffondono nell’aria. La gente riempie gli spalti ad ogni spettacolo e si emoziona ogni volta nell’assistere ai vari numeri. 

Per prima entra in scena la donna cannone:
Com’è grande e grossa! Esclamano molti, rivolgendole sguardi meravigliati.
Un signore alla vista dei cavalli si alza in piedi e urla:
Su, galoppate più in fretta, miei prodi!
I bambini battono le mani quando vedono dei nanetti che si cimentano ad eseguire delle super capriole.
Arrivano inaspettatamente i pagliacci e tutti i presenti scoppiano a ridere, perché hanno parrucche vaporose e sono vestiti in modo strambo. Uno di loro porta un grande papillon di colore rosso con dei pois bianchi, degli occhialoni che gli coprono tutto il viso e delle scarpe lunghe e grandi come barche. Un altro porta una bombetta in testa e una cravatta talmente lunga che gli arriva fino ai piedi e tante volte vi inciampa lui stesso. E…quando cade con le gambe all’aria tutti ridono di gusto. Ci sono pure le scimmiette che corrono sulla pista con delle biciclettine, sembrando delle bimbe spericolate.


I giocolieri poi incantano tutti con i loro giochi e qualcuno prova ad imitarli una volta a casa, sempre senza successo.
I trapezisti e gli equilibristi con i loro esercizi pericolosi tengono i presenti con il fiato sospeso fino all’ultimo, ma quando finiscono il loro numero ecco che si odono scroscianti applausi. Tutti però aspettano con ansia i domatori con gli animali. Ecco arrivare i leoni. Le povere bestie stordite da tutto quel fragore e dalle luci se ne stanno mogie mogie ed eseguono i comandi del domatore, senza battere ciglio. Sembrano dei grossi e pacifici micioni. Ad un tratto, però uno dei leoni si mette a ruggire e mostra i suoi denti, ricordando a tutti che lui è sempre e comunque il re della foresta. Tutti si alzano in piedi impauriti, pronti a scappare via. Il domatore però riesce a calmarlo in poco tempo, toccandolo con il suo frustino e sussurrandogli delle dolci parole all’orecchio. Entrano infine gli elefanti disposti a fila indiana e salutano il pubblico alzando in alto la loro lunga proboscide. La gente è entusiasta e ritorna a casa felice per avere trascorso delle ore in allegria. Il circo non è solo un mondo spensierato e gioioso e gli abitanti di Gambalunga lo capiscono subito, ma è un mondo difficile dove è necessario lavorare tanto ed affrontare molti sacrifici. Ogni spettacolo è il frutto non solo del lavoro e dell’impegno degli artisti, ma di tanti altri che operano, non visti, dietro le quinte . Ci sono gli addetti che puliscono le gabbie degli animali, altri che curano la loro dieta; quelli che cucinano e preparano i cibi per tutta la compagnia. Ci sono operatori esperti nel fissare il tendone nel terreno; altri che vanno per le vie delle città ad attaccare i manifesti. Non possiamo dimenticare nemmeno quei lavoratori affabili e gentili che durante lo spettacolo passano tra il pubblico con succulente leccornie. Come ogni famiglia che si rispetti anche la gente del circo ha un padre che controlla, dirige, consiglia, risolve i problemi e ogni sorta di imprevisto.
A tarda sera, quando si spengono le luci e cessa ogni suono, la gente del circo è molto stanca, ma tanto felice di avere dato un pizzico di gioia a grandi e piccini.

Un giorno all’improvviso il circo toglie il suo tendone da Gambalunga e la gente nel vedere partire gli artisti che ha imparato ad amare ed apprezzare è triste, accorgendosi che è arrivato il momento di tornare alla monotona quotidianità. La breve parentesi è finita, però è valsa sicuramente la pena conoscere un mondo inimmaginabile pieno di allegria e di gioia, ma pure di grande operosità e di vera umanità.

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