I Mestieri che Svolgevano i Papà un Tempo

On 10 marzo 2019 by Nonna Tina

 

Con tale progetto che si pone in prossimità della festa del papà (qui trovate il “progetto papà“, nonché i progetti sulla festa del papà rivolti ai bambini di 3-4 e 5-6 anni), vogliamo fare capire ai nostri piccoli che i papà non hanno svolto sempre gli stessi lavori. Già in passato ci siamo occupati dei mestieri e delle professioni dei papà, con progetti rivolti ai bambini più piccoli nonché ai bambini di 5 e 6 anni.  e delle professioni e mestieri notturni dei papà. Quest’anno però approfondiremo i mestieri e le professioni che sono scomparsi man mano che la società è progredita a seguito delle scoperte nel campo tecnologico, dell’avvento della rivoluzione industriale e dell’insorgere di nuove esigenze umane e sociali.

Dopo aver letto i racconti “Un papà dal cuore d’oro e “Papà Silvano“,  poniamo delle domande ai bambini ed invitiamoli a riferire le storie in modo personale.

Prima di iniziare il nostro lavoro invitiamo i nonni ed i bisnonni dei bambini a scuola per ascoltare i loro racconti e rivivere con loro i ricordi della loro infanzia riguardo alla tematica trattata.

Ci sarà qualcuno di loro che ricorderà il bisnonno che riparava le scarpe rotte o bucate dei compaesani. Altri riferiranno che prima non c’erano le sveglie e gli orologi e la gente veniva svegliata dagli svegliatori, i quali avevano il compito di bussare alle porte e alle finestre delle case. Altri ricorderanno che il latte non si trovava come oggi nei supermercati o nelle latterie, ma c’era il lattaio che ogni mattina portava ad ogni famiglia il latte della sua mucca (o mucche) appena munto. Altri racconteranno dell’ombrellaio che riparava gli ombrelli rotti.

I ricordi e i  racconti sicuramente saranno tanti.

Sarebbe interessante reperire strumenti ed utensili di questi vecchi mestieri che ormai non ci sono più e sottoporli all’attenzione dei bambini per effettuare riflessioni e confronti con i mestieri di oggi.

I MESTIERI CHE VOGLIAMO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

I mestieri di un tempo ormai soppiantati da mestieri e professioni nuovi sono tanti, ma noi prenderemo in considerazione  i seguenti:

IL CIABATTINO

L’ ARROTINO

IL BANDITORE

 IL CARBONAIO

L’ OMBRELLAIO

OBIETTIVO GENERALE

Conoscere alcuni mestieri che svolgevano i papà nel passato

OBIETTIVI SPECIFICI

Conoscere l’importanza di tali lavori

Conoscere i luoghi di lavoro

Conoscere gli attrezzi ed i materiali usati

Conoscere i pregi e i pericoli di tali lavori

Capacità di percepire lo scorrere del tempo

Capacità di intuire il concetto ” dentro – fuori”

Capacità di imitare i gesti che compiono i papà nello svolgere i loro lavori

Intuizione del concetto ” insieme”

Corrispondenza biunivoca

POESIE E FILASTROCCHE

IL CIABATTINO

Tira, tira, ciabattino

il tuo filo, ch’è impeciato

sarà lieto il fanciullino

che la scarpa hai risuolato;

sempre curvo sul bischetto

batti il cuoio col martello

poi lo tagli col trincetto

e lo rendi liscio e bello.

Suole e tacchi, canticchiando,

tu ripari attentamente

e i bambini, saltellando,

te li rompon nuovamente.

Taglia, impecia, tira, batti

Fino a sera senza posa

ma i lavori saran fatti

e sereno poi riposa.

I piedini affonderanno

Nella neve, asciutti asciutti,

ed un grazie ti diranno

di gran cuore, i bimbi tutti.

(E. Minoia)

CIABATTINO FANNULLONE

Lunedì non si lavora;

martedì mancano i chiodi;

mercoledì non c’è più il cuoio;

giovedì manca lo spago;

venerdì, rotto è il deschetto;

solo il sabato un pochino,

picchia e batte il ciabattino.

La domenica, vi pare?

Si ritorna a riposare!

Chi di lui si fiderà,

senza scarpe resterà.

(G. Rodari)

L’ ARROTINO

Arriva l’arrotino

e si ferma ai cancelli

e chiama il contadino

che gli porti i coltelli,

le forbici, le scuri.

Tutti quei ferri oscuri

invecchiati nei campi

ora mandano lampi.

(R. Pezzani)

ARROTINO

O quell’ometto, con quel carretto,

che giri la ruota in quel vicoletto,

che giri la ruota tutto il dì:

pedali, pedali e sei sempre lì!

(G. Rodari)

L’ OMBRELLAIO

Io sono l’ombrellaio

son sempre gaio.

Arrivo con la pioggia

mi metto sulla via

e chiamo a squarciagola

finché mi duole la gola:

donne, uomini e nonnini

portatemi gli ombrellini.

Li riparo con abilità

perché sono un artigiano di qualità.

( Nonna Tina)

IL BANDITORE

Io sono il banditore

che giro in ogni rione.

Sono un uomo acculturato,

faccio invidia a un letterato.

Con tromba e  tamburo mi annuncio

e parlo spesso a braccio.

La gente mi aspetta per conoscere le novità

e cosa offre la pubblicità.

Sono l’anima del paese

e con tutti son cortese.

( Nonna Tina)

IL CARBONAIO

Tutto il mio tempo nel bosco lo passo

senza famiglia, sto con me stesso.

Parlo agli uccelli e alle faine

alle lepri e alle sue cugine.

Taglio la legna tutto il santo giorno

poi l’accatasto intorno.

Faccio una cupola  come quella della chiesa

ed il fuoco appicco e… poi lunga è l’attesa.

Tutta si brucia e si trasforma in carbone,

energia naturale per tutte le persone.

( Nonna Tina)

INDOVINELLI

Il mio lavoro si svolge nel bosco.

Sono sempre tinto di nero

tanto che non mi  riconosco.

Sono nato a gennaio

io sono il …  (carbonaio)  (Nonna Tina)

……………………………………………………………..

Aggiusto ombrelli ed ombrellini

con la pioggia appaio

io sono …  ( l’ombrellaio)  (Nonna Tina)

………………………………………………………………..

Sto sempre nella bottega

a battere con il martello,

uso il punteruolo,

chiodini e cuoio.

Faccio e riparo scarpe e scarpine.

Indovina, sono il … ( ciabattino)  (Nonna Tina)

…………………………………………………………………………………

Pedalo pedalo tutto il giorno

senza muovermi d’intorno.

Affilo forbici, coltelli e coltellini

io sono …  ( l’ arrotino)  (Nonna Tina)

……………………………………………………………………………………..

Sono la voce del paese.

Annuncio notizie belle e brutte,

porto con me  sempre un tamburo

sono un bravo parlatore

io sono il … (banditore) (Nonna Tina)

CONOSCIAMO IL CIABATTINO

Il lavoro del ciabattino era un lavoro che richiedeva esperienza sul campo. Il ciabattino, infatti, doveva conoscere tutti i segreti del mestiere per poter fare un buon lavoro. Egli doveva conoscere i vari materiali e saper usare correttamente ed in modo appropriato gli strumenti del lavoro. Non era un lavoro redditizio perché raramente realizzava scarpe nuove, ma il suo compito era per lo più quello di riparare scarpe vecchie bucate.

LUOGO DI LAVORO

Il ciabattino lavorava nella bottega che quasi sempre era vicino casa o al piano terra della sua abitazione.

MATERIALI USATI DAL CIABATTINO

Cuoio e pelle

ATTREZZI USATI

Deschetto che era una specie di tavolinetto dove ritagliava la pelle ed il cuoio.

TRINCETTO  E COLTELLO = che avevano la lama arrotondata per tagliare il cuoio

LESINE = per preparare le suole

PINZE DA CUOIO = utilizzate per distendere la tomaia sulla forma

CHIODINI E CHIODI

RASPE

PUNTERUOLO

MARTELLO

CONOSCIAMO L’ ARROTINO

Quello dell’arrotino era un lavoro d’artigianato che consisteva nella molatura e affilatura delle lame degli utensili.  Il nome di arrotino proviene dal verbo “arrotare” cioè rendere un attrezzo affilato tramite una mole, un disco di pietra abrasiva. I dischi venivano fatti ruotare e l’oggetto da affilare veniva collocato sopra.  Questo mestiere era molto duro perché non si svolgeva in una bottega al chiuso, ma all’aria aperta. Egli girava da un paese all’altro e per attirare la gente urlava così: –Donne, donne venite, è arrivato l’arrotino.

Tutti quelli che avevano coltelli, forbici, forbicine, temperini, oggetti da lavoro (aratri, zappe,ecc) accorrevano.

L’arrotino si spostava con una specie di biciclo- carretto che aveva una grande ruota di legno rivestita da un cerchione di ferro. Egli quando si fermava nel posto giusto ribaltava il suo mezzo di trasporto e lo trasformava in un vero laboratorio mobile. Agganciava alla ruota un pedale dotato di diversi snodi collegava la cinghia di trasmissione alla mola e cominciava, con movimenti ritmati,il lavoro sulle lame che tornavano lucenti ed affilate come nuove. Con il passare del tempo il carretto fu sostituito da un furgoncino.

LUOGO DI LAVORO

Nelle piazze di vari paesi e città

STRUMENTI UTILIZZATI

Ruota grande di legno

pedale dotato di diversi snodi

mola

CONOSCIAMO IL CARBONAIO

Anticamente la fonte di energia più diffusa era il carbone vegetale. Esso era usato per scaldarsi, per cucinare e per altri usi. Il mestiere del carbonaio era caratterizzato da fatica fisica, vita all’aria aperta nei boschi ed era inconciliabile con la vita sociale.

Si trattava di un lavoro duro, faticoso, solitario e stagionale. Il carbonaio iniziava il suo lavoro in autunno quando tagliava gli alberi e finiva in primavera quando scendeva il  carbone a valle per venderlo. Egli viveva nei boschi, tagliava il  legno, lo accatastava, lo trasportava con l’aiuto dei muli in un largo spiazzale dove scavava una buca per preparare la carbonaia. Dato che  per quei mesi doveva vivere nei boschi e non poteva scendere in paese dove c’era la sua famiglia, il carbonaio si costruiva un rifugio temporaneo con frasche e rami per ripararsi dalle intemperie e dove riposare un po’ la notte.

COME SI REALIZZAVA UNA CARBONAIA

Il carbonaio sceglieva 5 – 6 pezzi grossi di legna e li disponeva a circolo, lasciava al centro un buco detto “imbucu”.Successivamente metteva altra legna su quella esistente, sempre in forma circolare e creava una specie di cupola. A questo punto egli costruiva intorno alla cupola un muretto di pietre e collocava frasche e foglie secche per accendere il fuoco. Infine chiudeva il buco che si trovava all’apice della carbonaia con una pietra. Il giorno dopo il carbonaio praticava dei fori laterali per fare arieggiare la carbonaia e  fare uscire il fumo. Per 5 giorni egli alimentava la carbonaia con altra legna e la sorvegliava 24 ore su 24. Dopo una settimana la carbonaia si abbassava e franava su se stessa ed il carbone era pronto. Il carbonaio con un rastrello estraeva il carbone e poi lo copriva di terra per farlo spegnere. A questo punto egli riempiva i sacchi di carbone e con i carri, gli asini o i cavalli li portava in paese nei luoghi di smercio. Il carbone buono non tingeva le mani, non ungeva e “risuonava.

LUOGO DI LAVORO

Boschi

STRUMENTI DI LAVORO

Scure

Seghe

rastrelli

pala

corbule e canestri

sacchi

zoccoli di legno per passare sopra la terra calda

pentole e stoviglie

CONOSCIAMO L’OMBRELLAIO

Anticamente la gente sia per la mentalità innata del riciclo sia per le cattive condizioni economiche risparmiava su tutto. Quando si rompevano gli ombrelli non si buttavano, ma si facevano riparare dall’ombrellaio.

L’ombrellaio girava soprattutto nelle giornate piovose ed eseguiva il suo lavoro dinanzi alle case dei richiedenti. Egli portava i suoi attrezzi in una cassetta di legno sulla quale sedeva quando svolgeva il suo lavoro che era difficile e lungo da eseguire. Sostituiva bacchette rotte e manici spezzati e li rattoppava se c’erano buchi.

LUOGO DI LAVORO

All’aria aperta dinanzi alle case dei clienti

STRUMENTI DI LAVORO

Pinze

filo di ferro

stecche di ricambio

pezzi di stoffe

aghi

filo

spaghi di vario genere

IL BANDITORE

Il banditore era una figura importantissima nei piccoli centri perché egli non solo informava la gente su quanto accadeva, ma vivacizzava la vita dei paesi. Fino agli inizi del 900 la maggior parte della popolazione era analfabeta, non sapeva né leggere né scrivere per questo molti annunci e notizie importanti venivano proclamati o meglio urlati dai banditori. Il banditore era un dipendente comunale e oltre a diffondere le notizie, le comunicazioni delle autorità, la sospensione temporanea di un servizio pubblico, la data d’inizio dell’anno scolastico svolgeva un altro compito. Egli pubblicizzava i prodotti dei commercianti, ambulanti e degli artigiani che giravano nel paese e, molte volte, veniva pagato da costoro in natura. Il banditore doveva avere molto fiato per urlare a voce alta le notizie e buone gambe perché doveva andare in tutti i punti del paese. Egli assumeva un portamento marziale e si piantava a gambe divaricate in mezzo al crocevia. Il banditore faceva gli annunci nelle ore in cui la gente si trovava in casa, tarda mattinata o tramonto,  ed erano preceduti dal suono di un tamburo o di una tromba. Per richiamare l’attenzione della gente urlava: – Sentite, sentite, gente. La gente allora si affacciava alle finestre e ai balconi per ascoltare con attenzione ciò che questi aveva da dire con la sua voce cantilenante.

LUOGO DI LAVORO

La strada

STRUMENTI DI LAVORO

Tamburo

tromba

voce

GIOCHI

DI CHI ERANO?

L’educatrice colloca sulla cattedra degli oggetti o delle foto che rappresentano degli strumenti che utilizzava un papà nel suo lavoro tanti e tanti anni fa. Ad ogni giro si cambiano gli oggetti.

I bambini osservano il tutto e devono dire chi usava quegli strumenti. Al primo che indovina viene attribuito un punto o viene data una caramella.

Chi riesce a realizzare più punti o più caramelle vince.

IMITIAMO I MESTIERI DI UN TEMPO

Un bambino chiamato dall’educatrice deve mimare i gesti per esempio del banditore. Chi indovina per primo il personaggio mimato dal compagno prende il suo posto ed imita un altro mestiere, altrimenti continua il gioco il conduttore.

ATTIVITA’ MANIPOLATIVE E COSTRUTTIVE

I PAPA’ E I LORO MESTIERI

Mettiamo a disposizione  dei bambini materiale di recupero: cartoni,  rotoli di carta igienica, sughero, ecc … e lasciamoli liberi di rappresentare  i mestieri dei papà del passato.

Eccone alcuni

REGALINO PER I PAPA’

PAPA’ REALIZZATO CON CORDA ANIMATA

Con un filo di ferro realizziamo la sagoma del papà. Avvolgiamo intorno al filo di ferro la corda animata. Abbelliamo la figura ottenuta con cravatta e cappellino. Accompagniamo il regalino con un bigliettino di auguri  e la poesia che i bambini hanno appreso. 

                                                               POESIA

AUGURI PAPA’

Mio carissimo papà

voglio dirti una poesia

che nel cuore chiusa stia.

Cinque son le parole

della piccola poesia,

è davvero tutta mia.

Io ti voglio tanto bene.

La poesia è tutta qua,

ti può togliere le pene,

ti può dar felicità.

( tratta da: “Raccogli idee” Edizioni Tresei Scuola)

 

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