L’Orto di Nonno Gino
Da quando è andato in pensione Nonno Gino dedica tutto il suo tempo alla cura di un fazzoletto di terra che circonda la sua abitazione. Egli vi coltiva una varietà di verdure. Il suo orticello assomiglia ad una bellissima vetrina dove vengono esposti prodotti accattivanti e colorati che cambiano con l’alternarsi delle stagioni. In Primavera il colore predominante è il verde, infatti spuntano insalatine tenere, pisellini, fave, spinaci, asparagi, carciofi, patate novelle, cipollotti, radicchio, rucola. Quando arriva, invece, la bella stagione l’orto di nonno Gino è un trionfo di colori e di profumi.
Ci sono pomodori rotondi e lunghi di un bel rosso vivo, peperoni verdi, gialli e rossi, melanzane viola, cetrioli e zucchine verdi, fagiolini stretti e larghi, cocomeri e meloni, lattughe, ravanelli, taccole e zucche gialle. In Autunno spicca il bianco, trapuntato da un po’ di verde. Ci sono cavolfiori, zucche bianche, cavoli e cicoria. Né si pensi che in Inverno l’orto di nonno Gino sia privo di qualsiasi colore ed ortaggio dato il freddo e le giornate nuvolose e piovose. Nonno Gino, infatti, riesce a coltivare anche nella stagione più fredda broccoli, finocchi, verze, barbabietole rosse, cime di rape e cicorini. Le verdure del suo orto sono speciali perché grazie alle cure amorevoli esse crescono belle, rigogliose e saporitissime e fanno gola a tutte le persone che vi passano accanto. Nonno Gino vorrebbe dare i prodotti del suo orto a tutti, però non può farlo perché il suo pezzo di terra non ne produce in grande quantità date le piccole dimensioni, ma solo per il fabbisogno della sua famiglia. Egli di tanto in tanto, sapendo di fare cosa gradita, regala un po’ delle sue verdure solo agli amici più cari che ricambiano la sua gentilezza con tanti ringraziamenti e complimenti.
Un giorno d’estate nonno Gino rimane stupito perché trova nel suo orticello una sorpresa: delle palline rotonde di un colore scuro. Sembrano dei chicchi d’uva. Il vecchietto si chiede cosa siano e chi l’abbia portate lì. Con suo grande disappunto vede delle piantine nane accanto alle piantine dei suoi pomodori. Egli è sicuro di non essere stato lui a piantare quelle piccole piantine , dato che da anni egli utilizza sempre la stessa semente. E’ un vero mistero. Una notte non riesce a dormire e così decide di andare nel suo orto per prendere un po’ d’aria. Al chiarore della luna quell’orto gli sembra magico. Le sue verdure si animano, brillano e sembrano argentate. Nonno Gino ad un tratto sente un fruscio ed ecco apparire dal nulla un omino con un cestino. Egli si avvicina alle piantine dei suoi pomodori, fa delle buche e vi infila delle piantine nane di colore violaceo. Finalmente il mistero è svelato. Quell’esserino è l’autore di quanto accaduto nel suo orticello. Nonno Gino vorrebbe fermarlo per porgli delle domande e appagare così la sua curiosità, ma non ci riesce perché l’omino appena lo scorge scappa come il vento. Salta la siepe e non si vede più. Il vecchietto aspetta qualche giorno prima di assaggiare quelle palline per dare loro il tempo di maturare.
- Come sono squisite! Hanno il sapore dei pomodori, però sono molto più dolci. Afferma il nonnino dopo averle assaggiate.
Ma ad un tratto accade una cosa incredibile! Nonno Gino volgendo il suo sguardo intorno a sé vede le sue verdure gigantesche e le piante del suo orto altissime tanto da toccare il cielo. La sua casa poi… gli sembra un casermone. Che significa tutto ciò! Si chiede il nonnino. Egli in un primo momento non sa darsi una spiegazione, ma solo quando passa vicino ad un catino pieno d’acqua e vi si specchia comprende ciò che gli è accaduto.
Quella che vede riflessa non è la sua immagine, ma quella di un nanetto. Sì proprio di un nanetto.
- Cosa mi è successo? Si chiede spaventato nonno Gino. Egli pensa che quella sua trasformazione sia opera sicuramente dell’omino e delle sue palline.
- Ora come faccio a riprendere le mie vecchie sembianze ? Se ritorno a casa in questo stato i miei cari non mi riconosceranno e mi cacceranno via.
Egli allora pensa di starsene nascosto tutto il giorno in un cespuglio e di attendere la notte per rincontrare l’omino e costringerlo a togliere la magia che ha compiuto ai suoi danni.
Nonno Gino anche se ha sonno cerca di non addormentarsi e spera che l’omino si faccia vivo al più presto. Finalmente verso mezzanotte egli vede quello strano esserino che con il suo cestino si dirige correndo nell’angolo dell’orto dove vi sono i pomodori e legando le sue piantine a quelle dei pomodori sogghigna e balla.
Una lumachina nascosta tra le lattughe , vedendo questa scena, spinta dalla curiosità esce allo scoperto e chiede all’omino : – Chi sei e perché sei così felice?
- Io sono l’omino burlone. Mi piace fare scherzi e sono felice di vedere tutti quelli che mangiano i frutti delle mie piantine diventare piccoli come me.
- Ah, poverini! Ma rimarranno piccoli per sempre o c’è un modo di farli ritornare com’erano prima? chiede la lumachina.
- Un modo ci sarebbe, ma nessuno lo sa. Afferma l’omino. Bisognerebbe che essi mangiassero insieme un pomodoro e una pallina scura pronunciando questa formula magica:
Pomodoro e pallina
allontanate da me questa magia piccolina.
Nonno Gino non sta più nella sua pelle. Ora che conosce il segreto finalmente potrà ritornare grande. Egli corre subito a prendere un pomodoro e una pallina e in un solo boccone se li mangia. Immediatamente cresce in altezza e si sente un gigante. Per essere sicuro di essere ritornato grande egli va a specchiarsi nel catino. Il nonnino prima di correre a casa a tranquillizzare i suoi familiari pensa di estirpare quelle piantine nane che potrebbero provocare danni. Ad un tratto ode una voce che lo invita a non farlo. E’ l’omino. Egli è pentito veramente e lo dimostra togliendo la magia dalle piantine nane e dalle palline che trasforma in piccoli innocui pomodorini saporiti e dolci. Il nonnino è contento perché ora nel suo orticello ha dei pomodorini che nessuno possiede. Tutte le persone che passano davanti casa sua si fermano a guardare con stupore proprio quei pomodorini strani e violacei e chiedono a nonno Gino dove abbia preso quelle piantine che producono quelle palline. Egli non dà nessuna risposta perché vuole tenere per sé quel segreto, ma soprattutto non vuole rivelare niente a nessuno per paura di passare per un folle o un visionario.
Forse un giorno egli racconterà l’avventura vissuta ai suoi nipotini sicuro di essere capito e creduto in quanto essi possiedono un animo puro e vivono ancora nel mondo dei sogni e delle fiabe.