Carluccio ed il Lavoro

On 19 febbraio 2017 by Nonna Tina

In un ridente paesino vivono Carluccio con la mamma ed il papà. Essi, da molto tempo, non riescono a trovare un lavoro per sostenere la famiglia. Sono stanchi e sfiduciati di bussare di porta in porta e sentirsi ripetere la stessa frase:- Ci dispiace, per il momento siamo al completo. Al massimo, lasciateci un recapito così da potervi contattare nel caso in cui avessimo bisogno di voi più in là.

carluccio ed il lavoro

Un giorno, stanchi di aspettare, decidono di emigrare in Australia per trovare un lavoro stabile e un po’ di fortuna. Non portano con loro il bambino perché è troppo piccolo e nella nuova destinazione non saprebbero a chi affidarlo. Carluccio così rimane con nonno Salvatore e nonna Cinzia. All’inizio egli piange perché sente la mancanza dei genitori, ma col passare del tempo si abitua alla loro assenza e si lega sempre più ai nonnini. Salvatore e Cinzia, come tutti i nonni, viziano un po’ il nipotino e lo accontentano in tutto. Egli si rifiuta di raggiungere i genitori quando si fa più grandicello perché ama troppo i nonni e non li vuole lasciare soli. Con loro si trova bene. Carluccio crescendo dimostra di essere un ragazzo svogliato e senza interessi. Quando va a scuola non ascolta le maestre, sbadiglia sempre, si impegna pochissimo ed è sempre impreparato. Finite le scuole dell’obbligo, con tanta fatica, egli dichiara apertamente che non vuole continuare gli studi perché non lo appassionano. Una mattina il nonno gli fa un discorsetto: -Carluccio, io accetto la tua decisione di non studiare più, ma non puoi stare a bighellonare tutto il giorno. Devi assolutamente imparare un mestiere. Carluccio dopo qualche giorno dice al nonno che gli piacerebbe fare il meccanico perché ama tanto le auto e le moto. Il nonno prega il proprietario dell’officina che è un suo caro amico affinché prenda con se’ il nipote. Il meccanico lo tiene prima in prova, per vedere se è portato per il mestiere. Carluccio i primi giorni arriva sempre puntuale, dimostra impegno ed esegue con diligenza le consegne del padrone. Dopo qualche tempo, però, egli arriva sul posto di lavoro sempre più tardi. Ben presto, però, si dimostra insofferente, iniziando addirittura a maltrattare i clienti e quindi il meccanico lo manda via. Carluccio decide allora di fare il panettiere, ma si accorge ben presto che quel lavoro non fa per lui perché comporta troppi sacrifici. Bisogna alzarsi prestissimo e lavorare duramente. Egli pensa di fare il barbiere, ma bisogna stare tutto il giorno in piedi e sentire le chiacchiere dei clienti ed è una vera noia. Una sera mentre è sulla spiaggia vede dei pescatori che tirano le loro reti piene di pesci. Carluccio pensa che quello sia un mestiere bello perché si sta sul mare e senza fatica si prendono tanti pesci. Solo quando prova a farlo si accorge che è un lavoro duro e pericoloso perché, molte volte, si deve uscire anche se il mare è agitato e se scoppia una tempesta si corre il rischio di annegare. Non sempre si ritorna a casa carichi di pesci pur avendo lavorato tanto. Carluccio dopo tutte queste esperienze decide di non imparare nessun mestiere perché nessuno è adatto a lui. Un giorno il nonno lo porta in campagna, in un piccolo appezzamento di terra di sua proprietà, e gli fa seminare delle piantine di pomodoro e di melanzane. Il giovane si diverte tantissimo tanto che gli viene voglia di ritornare in quel posto. Egli prende l’abitudine di andare ogni giorno in quel pezzo di terra per zappare, innaffiare e mettere un po’ di letame alle piantine. Segue così la loro crescita. Quando una mattina trova sulle piantine dei fiori e successivamente rossi pomodori e grosse melanzane si commuove. Quegli ortaggi sono il frutto del suo lavoro. Egli si sente appagato e in pace con se stesso. Aveva ragione il nonno quando gli diceva che il lavoro rende l’uomo felice, lo nobilita e lo fa sentire utile. Non importa quale sia il lavoro che si faccia: di braccia o di mente, l’importante è farlo bene e con passione e concorrere al bene comune e al progresso della società.

Questa è una lezione che egli porterà sempre con se’ e che trasmetterà un giorno anche ai suoi bambini.

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