Una Mamma Rivoluzionaria

On 27 aprile 2021 by Nonna Tina

Domenica è una giovane mamma che vive in un bel paesino collinare. Ella è diventata mamma di un maschietto da poco, ed è molto felice, perché il suo sogno si è finalmente avverato. La vita trascorre serena e piena di promesse. Mentre Mamma Domenica si prende cura totalmente del piccolo Lucio e della casa, il papà lavora con impegno e passione come muratore per soddisfare i tanti bisogni della famigliola. Passa il tempo e il bambino cresce bello e sano. Un brutto giorno, però il papà cade da un’impalcatura e perde l’uso delle gambe e non può più lavorare.  Mamma Domenica, dopo un primo momento di scoramento e di disperazione, si dà da fare, si rimbocca le maniche e cerca un lavoro adatto a lei. Ma, per quanto cerchi, non riesce a trovare nulla, proprio nulla. Ella si dispera e si chiede come farà a pagare le bollette e ad affrontare tutte le spese d’ora in avanti.  Un giorno apre il suo cuore ad una sua amica e, piangendo, le confessa tutte le sue preoccupazioni. L’amica la rincuora e le dice di non abbattersi perché ha sentito dire che il signor Marino, proprietario di un uliveto cerca personale per raccogliere le olive che sono ormai mature. Ella, senza perdere tempo, si reca dal signor Marino. L’uomo, conosciute le  tristi condizioni economiche in cui versa la giovane, l’assume subito e le dice di presentarsi l’indomani sul posto di lavoro. Una piccola luce appare nel suo buio orizzonte. Mamma Domenica ritorna a casa piena di gioia. La mattina ella si alza presto e si reca al lavoro con molto entusiasmo, ma anche con un po’ di tristezza perché deve lasciare il suo piccino. E’ la prima volta che si stacca da lui, addirittura per una intera giornata. Mamma Domenica, quando arriva all’uliveto, trova tante donne di diverse età chine a raccogliere le olive. Ci sono ragazze giovanissime, donne più mature e anziane. Verso l’una arrivano i ragazzi e i bambini che escono da scuola, figli delle raccoglitrici che danno una mano alle loro mamme. Anche loro contribuiscono  nel loro piccolo ad aumentare il reddito familiare che è davvero scarso. A Mamma Domenica viene data una sacca che ella lega intorno alla vita dove mette le olive che raccoglie.  La sera, quando torna a casa, Domenica si sente uno straccio. Non riesce a stare nemmeno in piedi. Vorrebbe andare subito a letto, ma deve purtroppo pensare alla cena. Il suo bambino è molto inquieto e, nervoso, le si attacca al collo e non vuole lasciarla più. Il marito, invece di comprenderla e di capire che dopo una giornata di duro lavoro è sfinita, fa storie e si comporta come un bambino capriccioso che vuole la mamma tutta per sé.  Mamma Domenica, dopo alcuni giorni, capisce che quel lavoro è molto faticoso e poco gratificante. Stare china per tantissime ore è snervante e massacrante. Bisogna prima di tutto raccogliere le olive, poi portare i sacchi pieni nei magazzini o al frantoio.  Il padrone dell’uliveto è un vero tiranno perché pretende molto dalle raccoglitrici ed in cambio dà veramente poco. Mamma Domenica  pensa che non si può andare avanti così a lungo: lavorare tantissimo ed essere sottopagate. Il padrone se ne approfitta perché conosce le loro misere condizioni e  sa che non ci sono altre opportunità lavorative in quel piccolo paese.

Un giorno, dopo avere pensato tanto, Mamma Domenica dice alle compagne, che ormai sono diventate sue amiche  e sorelle perché condividono disagi, sogni e speranze: – Amiche mie belle, è venuto il tempo di svegliarci e di combattere per avere i diritti che ci spettano. Siamo trattate peggio delle schiave e i  nostri padroni approfittano della nostra povertà. Nessun lavoratore sta nel luogo di lavoro dalle dieci alle tredici ore giornaliere per pochi spiccioli, per un fiasco d’olio o una manciata di olive. Non abbiamo nemmeno l’assistenza sanitaria e se ci ammaliamo dobbiamo morire perché non possediamo  i soldi  per pagare un medico e comprarci le medicine. Tutte voi sapete che con questo tipo di lavoro  a lungo andare si corre il rischio di contrarre delle brutte malattie che ci impedirebbero di lavorare.

Teresa, la più anziana delle raccoglitrici, risponde a Domenica: Figlia mia, come facciamo a ribellarci? Dove

viviamo noi c’è poco da scegliere e sei costretta ad accontentarti di quello che offre il mercato.

Concetta un’altra lavorante interviene: – E’ vero! Quando mi lamento mia madre mi dice : – O ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra.

Mamma Domenica non si arrende e  cerca di convincere le amiche  e va anche negli altri uliveti a parlare con le altre raccoglitrici. Le giovani sono più disposte a seguirla in quella avventura. Esse hanno capito che è giunto il momento di lottare per cambiare le cose. Non si può restare per sempre ancorate al passato e subire prepotenze e soprusi. Le donne più anziane, invece, sono meno propense perché hanno paura di perdere  quel poco che hanno. Mamma Domenica, col passare del tempo, riesce a sensibilizzare molte  raccoglitrici e le incita a scendere in piazza senza timore. Esse incrociano le braccia per molti giorni  e non vanno più a lavorare negli uliveti. I proprietari, per non perdere i raccolti, decidono di concedere qualcosa alle  loro lavoratrici: un salario migliore e una riduzione di orario. Finalmente dopo tanto tempo qualcosa si è ottenuto grazie al coraggio di mamma Domenica e nel prossimo futuro si otterrà ancora di più perché le donne non sono più disposte a subire e non hanno paura di ribellarsi alle ingiustizie e ai padroni che pensano solo ai loro interessi e non al benessere e alla salute delle loro lavoratrici.

 

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