Un Amore Incommensurabile

On 24 marzo 2019 by Nonna Tina

La Pasqua è  finalmente arrivata ed il piccolo Anselmo è felicissimo. Egli, data la sua tenera età, non comprende appieno  il vero significato di questa festività. Per lui la Pasqua  è solo  una  festa bellissima perché riceve in dono dai suoi parenti e dai suoi familiari un sacco di uova di cioccolato. E … poi la Domenica di Pasqua per lui è un vero sballo perché partecipa alla “caccia alle uova”. I suoi genitori sono bravissimi a nasconderle nei posti più impensati della casa. Spesso è difficile individuarle. Egli fa a gara con i suoi  fratellini a chi ne recupera di più. E’ una vera soddisfazione quando si vince. Ma la cosa più bella consiste nell’aprire le uova e vedere cosa esse contengono.

Spesso, ahimè, si resta delusi perché le sorprese in esse contenute sono insignificanti e di poco conto  e allora ci si consola facendo una bella scorpacciata di cioccolato.

La Settimana Santa iniziano in chiesa le funzioni  religiose e mamma Teresa decide quest’anno, il Venerdì Santo, di portare Anselmo con sé, anche se è consapevole che sarà un’impresa ardua farlo stare seduto nel banco e in silenzio.

Il suo figlioletto è un peperoncino che, a volte, la fa proprio disperare. Come previsto, Anselmo dopo pochi minuti che è in chiesa dimostra tutta la sua insofferenza. Egli comincia a sbadigliare e a fare chiasso, disturbando le persone presenti. La mamma lo rimprovera più volte ricordandogli che si trova nella casa di Dio e si deve comportare bene. Anselmo arriva ad un punto che non ne può più di ascoltare la predica del sacerdote lunga ed incomprensibile per lui. Quando la mamma non lo guarda egli si alza e scappa via come il vento verso la porta della chiesa per uscire. Egli sente poi gli amichetti che giocano sul piazzale della chiesa e pensa di raggiungerli. Quando sta per varcare la soglia della porta all’improvviso si leva una voce dolce e nello stesso tempo autorevole che lo apostrofa così: – Dove vai birbantello?

Il bambino si guarda intorno impaurito, ma in un primo momento non scorge nulla perché in quel punto della chiesa c’è buio. Dopo un po’, in un angolo scorge uno strano personaggio che lo incuriosisce e nello stesso tempo lo intimorisce. Dopo averlo guardato con attenzione gli chiede:   – Chi sei? Come mai te ne stai su quella croce?  Quando sei venuto qui? Io  non ti ho mai visto prima.

L’uomo risponde: – Io sono Gesù. Non hai mai sentito parlare di me?  Sono in questa chiesa da sempre.

Il bambino riflette un po’ e dopo esclama:

–  Sei Gesù? Quel bambino nato a Natale? Come hai fatto a crescere così in poco tempo? Possiedi grandi poteri come i supereroi o sei un mago e fai magie?

Gesù sorride e gli fa capire che è proprio quel bambino che lui dice. In ogni Natale non nasce, ma  si ricorda la sua nascita che è avvenuta tantissimi anni fa. Anselmo ha un’illuminazione e grida: – Allora festeggi il tuo compleanno?

Gesù lo loda perché è un bambino intelligente e perspicace. Ad un tratto il piccino guardandolo attentamente vede che è tutto imbrattato di sangue, le sue mani ed i suoi piedi sono trafitti da chiodi grossi e sul suo capo c’è una corona di spine. A quella vista egli sente un forte dolore nel suo cuoricino e una lacrima gli scende lungo il visetto. Dopo un po’ gli chiede se soffre con tutte quelle ferite.

Gesù sospira e poi con voce triste gli dice: –  Quelle ferite in sé non sono molto dolorose, ma sono le cattive azioni degli uomini che mi fanno soffrire di più e rendono il mio cuore sanguinante. Gli uomini spesso sono ingrati e sono pronti a lasciare la via del bene. Io sono venuto dal Cielo sulla terra e ho dato la mia vita per tutti gli uomini che sono miei fratelli per aprire loro le porte del mio Regno. Vorrei tanto che questo sacrificio non fosse stato inutile. Gesù continua col dire che ha rivolto a tutti un messaggio di pace, di amore, di perdono e di fratellanza, ma molti uomini lo ignorano.

Il bambino con stupore: – Oh! Ma Tu hai un Regno?

Gesù annuisce con un cenno del capo.

  • Sei un Re? Che bello! Allora ho visto un Re? Quando lo dirò alla mia mamma sicuramente non mi crederà.

Anselmo lo prega di portarlo a vedere il suo Regno. Gesù gli dice che un giorno andrà nel suo Regno, ma non ora perché è troppo presto. Dovrà crescere e diventare grande e deve sempre comportarsi bene. Ogni volta che egli compirà una buona azione una spina si toglierà dal suo capo.

Il piccino promette a Gesù di essere d’ora in poi un bambino buono, di ascoltare i genitori e le maestre, di dare i suoi giochi ai bambini poveri, di non bisticciare con i suoi fratellini e con i suoi compagnetti e di volere bene a tutti. Egli è sicuro che solo facendo così riuscirà a togliere più in fretta non solo le spine che compongono la corona di Gesù Crocifisso, ma anche i chiodi e finalmente quel povero Re potrà scendere da quella croce.

Gesù dice ad Anselmo che deve andare subito dalla mamma a chiederle perdono perché si è comportato male quando senza dirle nulla è scappato per uscire dalla chiesa.

Il piccino prima di allontanarsi da lì  gli rivolge una preghiera : – Gesù dammi una tua spina così la terrò sempre con me e mi ricorderò di essere buono.

Il Signore esaudisce la sua richiesta e fa cadere ai suoi piedini una spina della sua corona. Anselmo la prende sollecito e se la stringe al cuoricino. Dopo saluta Gesù e si allontana per raggiungere la sua mamma. La donna quando lo vede  arrivare capisce che il figlio  ha combinato qualche birichinata  perché ha uno sguardo strano e una luce brilla nei suoi occhi. Anselmo le sussurra che gli è capitata una cosa straordinaria:

  • Sai mamma, Gesù  Crocifisso mi  ha parlato e mi ha regalato una spina della sua corona.

E … dicendo così apre la sua manina e la mostra alla mamma. La donna pensa che il figlio abbia inventato tutto dato che possiede una fervida immaginazione, però un piccolo dubbio si  insinua in lei.

Non dobbiamo mai dimenticare che grazie all’amore incommensurabile di Gesù noi possiamo vincere il peccato e vivere felicemente ed eternamente un giorno con Lui nel Cielo.

 

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