La Straordinaria Avventura di Ilario

On 4 giugno 2017 by Nonna Tina

Ilario è un ragazzo che è nato e cresciuto in una ridente località marina. Per questo egli fin da piccolissimo ha avuto un rapporto quasi viscerale con il mare. Quella distesa immensa d’acqua l’ha sempre affascinato. Molte volte, l’ha fatto sognare e ha messo in moto la sua fantasia. Spesso Ilario si è chiesto cosa c’era aldilà dell’orizzonte e sotto il mare che cosa ci fosse di bello. Forse mondi incantati, castelli con sirenette, pesci parlanti e luminosi, il dio Nettuno. Come sarebbe stato entusiasmante  incontrarlo, parlargli e visitare la sua dimora! Per Ilario, però, il mare era soprattutto un amico. Quando veniva rimproverato dalla mamma, perché aveva combinato qualche marachella, egli correva subito da lui e piangendo gli raccontava ogni cosa. Il mare con quello sciabordio sembrava consolarlo e cullarlo, cantandogli una dolce ninna nanna. Quando, invece, egli a scuola veniva lodato dalle maestre o conseguiva un bel voto passava dalla spiaggia, prima di rincasare, per condividere con il suo amico quella sua gioia. Ilario fin dalla più tenera età non ebbe mai paura dell’acqua marina, ma si divertiva un mondo a giocare con essa e con la sabbia. Egli faceva sempre disperare la mamma perché non voleva mai allontanarsi dal suo amico. Con il passare degli anni egli diventò un abile nuotatore.

Ilario fin dall’infanzia accarezzava un sogno: di potere scendere un giorno, divenuto grande, nel fondale marino per osservare quel mondo meraviglioso da vicino. Aveva ascoltato storie di pescatori sulla bellezza di quel posto e aveva visto immagini su libri. La sua fantasia galoppava e, molte volte,  egli si vedeva sul fondale a fotografare tutte le creature marine che abitavano laggiù. Ogni giorno si esercitava un pochino a scendere a pochi metri di profondità, trattenendo il respiro. Quando non ce la faceva più a restare sott’acqua, subito risaliva in superficie. Un giorno quando diventò un bel giovanotto e si sentì abbastanza pronto per affrontare quella meravigliosa avventura egli si vestì di tutto punto con pinne palmate, maschera respiratoria, muta, guanti e portando con sé una torcia, una bombola d’ossigeno, una macchina fotografica e un coltello s’immerse nel suo amato mare e viaaaaaaa. Che emozione! Il suo cuore batteva forte come un tamburo. Quando si ritrovò giù, in fondo al mare, che mondo stupendo si presentò alla sua vista! Era più bello e affascinante di quanto pensasse. Lì sotto c’erano giardini e prati con pesci che sembravano fiori ed altri che sembravano delle vere farfalle. C’era il pesce martello e il gambero. Com’era buffo quest’ultimo! Camminava all’ indietro. Ecco su una pianta di corallo stava  accoccolato un cavalluccio che confabulava con un pesce rondine. Le seppie si rincorrevano con le aragoste e per non farsi prendere spruzzavano contro di esse il loro liquido nero per offuscarne la vista.

C’erano alghe bellissime di colori vivaci e brillanti. Ecco da una caverna all’improvviso uscì una murena. Che simpatici quei piccolissimi pesci che si nascondevano,mimetizzandosi col fango per paura di essere catturati e mangiati da pesci più grandi di loro. Il giovane si divertì tanto a fotografare quelle meraviglie e a raccogliere delle conchiglie particolari che non aveva mai visto sulla spiaggia. All’improvviso Ilario  vide poco lontano da lui una sagoma scura. A prima vista gli sembrava un pesce gigantesco. Che paura! Incominciò a tremare come una foglia. Sì, aveva portato con sé oltre al coltello anche un  fucile speciale che lanciava una freccia lunga e appuntita, ma quelle armi egli considerò potevano fare  ben poca cosa contro quel mostro.

ilario

Il giovane si rese conto all’improvviso che l’ossigeno contenuto nella bomboletta non gli consentiva di stare più a lungo laggiù perciò doveva affrettarsi a risalire, ma spinto dalla curiosità, si avvicinò con cautela a quella sagoma con il proposito di darle solo un’occhiatina. E quale fu la sua meraviglia? Quello non era un mostro marino, bensì il relitto di una imbarcazione. Era un galeone perché in cima all’albero maestro sventolava la bandiera dei pirati. Egli immaginò le  scorribande fatte da costoro sul mare che avevano seminato terrore e paura. Secondo il giovane, era stata una burrasca a farlo inabissare sul fondale marino.

  Ilario prima di abbandonare quel posto pensò di prendere le coordinate. Sarebbero state utili per ritornare successivamente nel punto esatto dove si trovava il relitto. Dopo alcuni giorni scese di nuovo sul fondale marino accompagnato da alcuni amici, abili ed esperti come lui nel nuoto. Essi trovarono con facilità il galeone e si avvicinarono ad esso con prudenza, prendendo mille precauzioni. Piano piano essi a piccolissimi passi raggiunsero l’interno dell’ imbarcazione ed ecco che videro in un angolo una grandissima cassa. Urrà, Urrà, gridarono tutti in coro e sperarono in cuor loro di trovare lì un grande tesoro. Il loro desiderio si avverò perché quando l’aprirono, dopo tanto lavoro, perché la serratura era arrugginita dalla troppa permanenza nell’acqua, trovarono in quella cassa oggetti e gioielli bellissimi, monete d’oro, dipinti e statuette  di valore inestimabile. Ilario ed i suoi amici lavorarono alacremente per portare su tutto quel ben di Dio, servendosi di corde resistenti e di una barca. In tutto il paese in poco tempo si sparse la voce che Ilario ed i suoi amici avevano trovato un grande tesoro. Tutti spinti dalla curiosità si portarono sulla  spiaggia per vederlo. Ilario, autore di quella scoperta, non pensò nemmeno per un momento di appropriarsi di quel tesoro, ma per la sua generosità e la sua onestà, che gli erano proprie, allestì con il consenso del sindaco, in un locale del comune, una mostra permanente per permettere ai suoi compaesani e ai molti turisti che affluivano nella sua cittadina di osservare e di godere di quelle cose stupende, antiche e preziose che lui ed i suoi amici avevano strappato al suo amico mare. 

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