La Forza dell’Amore

On 21 aprile 2018 by Nonna Tina

E’ un giorno pieno di gioia per la famiglia Ferretti perché è arrivato un nuovo componente. Mamma Elsa guarda il piccolo Giosuè con tutto l’amore che una madre può avere nel suo cuore. E’ un neonato stupendo con quelle gote paffutelle, quegli occhietti neri, quei riccioli biondi e quella fossettina al centro del mento.

I fratellini non vogliono allontanarsi da quella culla, dove dorme il piccino, nemmeno per un secondo e sperano in cuor loro che cresca al più presto per poter giocare insieme a lui. Ma la felicità che ha portato questa nuova creatura dura come il tempo che impiega una stella cadente a scendere giù dal cielo e a spegnersi. Un giorno mamma Elsa si accorge che qualcosa non va nel suo piccino e confida la sua preoccupazione a papà Carlo. Ma l’uomo la rassicura dicendole che ogni bambino è diverso dagli altri e possiede un suo tempo di crescita. Mamma Elsa non è convinta di quello che afferma il marito così un giorno senza avvisare nessuno porta il piccino dal  pediatra. Dopo una visita accurata il medico dichiara che il bambino è sano e non vede nulla di strano nella sua crescita e nel suo comportamento. E’ solo un bambino tranquillo e calmo. Mamma Elsa ritorna a casa un po’ sollevata. Col passare del tempo ella si accorge, invece, che il bambino non riesce a stare ritto e non risponde agli stimoli dell’ambiente e trova difficoltà ad articolare le parole. Quando lo chiama non si gira nemmeno e rimane per un tempo infinito con lo sguardo perso nel vuoto.  Vive in un suo mondo dove nessuno può entrare. Mamma Elsa viene a sapere che in una città vicina alla sua c’è un luminare della medicina che risolve casi disperati .

Ella corre subito lì per sottoporre a visita il suo piccolo. Il giudizio del medico è inclemente.

  • Signora, mi dispiace moltissimo, ma il suo bambino è affetto da una malattia gravissima e più che di medicine ha bisogno di tanto amore e di tante attenzioni. Afferma il medico.

Mamma Elsa non conosce quella malattia e senza abbattersi decide di saperne di più. Se non si conosce il male non si può aiutare chi n’è affetto. Subito compra libri che trattano dell’argomento, fa ricerche su internet e si mette in contatto con altri genitori che hanno figli con gli stessi problemi del suo Giosuè. Papà Carlo teme per la salute della moglie perché parla sempre dello stesso argomento e non si risparmia in nulla  per stare vicino al suo bambino  ed aiutarlo in tutti i modi. Per avere più tempo a sua disposizione lascia persino il suo lavoro, privando la famiglia di necessarie risorse economiche.

Mamma Elsa dopo aver raccolto tante informazioni sulla malattia del figliolo e averle meditate giunge alla conclusione che per aiutare il suo bambino bisogna fargli acquisire capacità abilitative per migliorare le sue condizioni di vita, per fargli raggiungere l’autonomia ed aprirsi al sociale, interagendo con gli altri.

Ella si dedica anima e corpo a Giosuè trascurando gli altri figli. E’ dispiaciuta per questo e cerca di tacitare la sua coscienza dicendo  a se stessa che è il piccolo Giosuè ad avere più bisogno delle sue cure e delle sue attenzioni.  Ogni giorno mamma Elsa fa fare tanti esercizi motori appropriati al suo piccolo, gli parla continuamente , gli racconta storielle e fiabe. Ella gli fa osservare gli oggetti e pronuncia i loro nomi . Li ripete all’infinito. Giosuè, però,trova ancora difficoltà ad uscire da quel suo mondo impenetrabile. Un giorno la donna si accorge che il suo piccolo ascoltando una canzone balbetta qualcosa. Che gioia! Che felicità! Per mamma Elsa. E’ sicura che il suo bambino con il tempo riuscirà ad uscire dal suo bozzolo dove ora è rinchiuso. Una mattina ella si accorge che Giosuè  ascoltando la musica percepisce i colori. E’ una grande conquista e vuole festeggiarla con  tutta la famiglia. Un giorno il papà Carlo trova un bastardino abbandonato, lo raccoglie e lo porta a casa inconsapevole che quel cucciolo potrà operare un miracolo con la sua tenerezza ed il suo amore fornendo una chiave al suo piccolo  per uscire  da quel mondo solitario.   Dopo tanto lavoro,  e cure da parte di mamma Elsa e grazie alla presenza e all’amore del bastardino, Giosuè migliora tantissimo  aprendosi  alla vita sociale e acquistando la sua autonomia.

La donna ha vinto una battaglia che tutti dicevano persa in partenza con il suo amore, con la sua determinazione ed il suo coraggio. Ora mamma Elsa può rivolgere più cure agli altri figlioli che non ha mai totalmente trascurato e può riprendere quel suo lavoro di camionista, che a suo tempo fu molto chiacchierato, perché veniva considerato un lavoro maschile non adatto a lei. Chi è stata capace di affrontare una prova durissima come la sua non teme le chiacchiere di quelle persone che considerano ancora, per la loro ristrettezza intellettiva, la donna fragile ed incapace di svolgere certe attività, di affrontare certe sfide perché la natura l’ha creata fisicamente ed intellettualmente inferiore all’uomo.

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