Il Pupazzo di neve

On 4 gennaio 2013 by Nonna Tina

Questa notte, quando tutti erano addormentati, la neve è arrivata silenziosamente, con passo felpato. Al loro risveglio i bambini gridano di gioia,perché davanti ai loro occhi appare uno spettacolo inaspettato e meraviglioso. La città è avvolta da una coltre bianca. Si è posata su ogni cosa dolcemente e ora scintilla sotto i raggi del sole.
I grandi oggi sono contenti, si riposano e non vanno al lavoro perché le strade sono impraticabili. I bambini sono felicissimi perché marinano la scuola.
Dopo aver fatto colazione ed indossato maglioni di lana pesanti, cappotti, sciarpe, guanti, cappelli e calzato stivali, i monelli escono in strada e si lanciano l’un l’altro palle di neve. In particolare c’è un bambino, Luigi, che nel suo gruppo è sempre quello più intraprendente e creativo. Chiamando a sé i propri compagni, fa una proposta:

  • Sarebbe bello costruire con questa neve soffice un bel pupazzo di neve.

 

Tutti accolgono la sua proposta con entusiasmo e si mettono all’opera. Luigi, che una volta ha visto in montagna suo zio farne uno, dirige gli altri nella realizzazione del pupazzo.
I ragazzi ammucchiano tanta neve nel cortile del loro palazzo,quindi la schiacciano, facendo una palla piccola. Dopo di che prendono altra neve e modellano un’altra palla più grossa. Nicolino va a casa a prendere il cappello del nonno che ormai non usa più perché vecchio e lo mette sulla testa del pupazzo. Gianni,invece, prende la sua sciarpa nuova e gliela mette intorno al collo. Michelino si fa dare dallo zio una pipa e la incastra nella bocca del pupazzo e Marinella corre dalla mamma e si fa dare una carota, un pomodoro maturo e due pezzetti di carbone,con cui fa al pupazzo il naso, la bocca e gli occhi. Rina porta il mantello di Zorro del fratellino e glielo mette intorno alle spalle. I ragazzi guardandolo sono soddisfatti di ciò che hanno realizzato. Quel pupazzo è proprio un capolavoro.

 

 

Tutti quelli che passano di lì lo ammirano. I piccoli si danno la mano e fanno un grande girotondo intorno al pupazzo ed intonano canti e filastrocche. E’ un giorno diverso dagli altri, all’insegna del divertimento e della gioia. A sera ritornano a casa stanchi,però soddisfatti e felici. L’indomani, appena svegli, guardano dalla finestra e sono contenti di trovare intatto il pupazzo di neve,lo salutano prima di andare a scuola. Quando ritornano a casa si fermano nel cortile per giocare con esso, ma rimangono sorpresi quando si accorgono che i caldi raggi del sole lo stanno sciogliendo a poco a poco. In breve tempo al posto del pupazzo si forma una pozzanghera di acqua sporca.

 

 

Nell’acqua galleggiano la sciarpa,il cappello, la pipa,la carota, il pomodoro, i pezzetti di carbone, il mantello di Zorro. I bambini pensano con tristezza che la vita del loro pupazzo è stata veramente breve,come un alito di vento.

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