Il Bucaneve

On 3 febbraio 2018 by Nonna Tina

Siamo in inverno e la neve cade dal cielo silenziosa, lieve ed abbondante. Essa copre ogni cosa: le vie, i campi, le piazze, i monti, gli alberi, le auto ed i tetti delle case. All’improvviso si crea un mondo magico,irreale che fa sognare e mette in moto la fantasia. Gli alberi coperti di fiocchetti di neve si trasformano in damerini o damine con colletti e vestiti ricamati. I monti sembrano dei vecchietti avvolti in bianchi mantelli con in testa caldi cappucci. Madre natura chiude gli occhi e sbadigliando si addormenta beata non appena la candida e soffice neve la copre. Ovunque regna il silenzio. Ad un tratto la quiete viene rotta da un mesto pigolio cip..cip..cip…
E’ un povero scricciolo tutto intirizzito che saltella tra la neve. Egli ha le piume tutte arruffate e congelate. Sono tanti giorni che non mangia ed i morsi della fame sono diventati ormai insopportabili. L’uccellino volge lo sguardo ovunque alla ricerca di qualcosa da mangiare: un vermiciattolo, una mollichina di pane, un semino. In quella desolazione non vede e non trova però nulla. Egli maledice Mago Inverno che con il suo freddo gelido e la tramontana gli rende la vita difficile. Lo scricciolo ad un tratto scorge in mezzo a quella distesa bianca il vegliardo che sorride compiacendosi del bel lavoro che ha realizzato in poco tempo. L’uccellino subito lo apostrofa così:
Tu sei cattivo, senza cuore perché porti solo freddo, gelo, neve e tramontana. Fai tremare tutti e rendi la vita difficile non solo a noi uccelli rimasti qui, ma pure ai poverelli che non hanno fuoco,ripari e vestiti sufficienti ed adatti ad affrontare le intemperie ed il freddo. Non porti doni belli come le altre stagioni, ma solo cose brutte. Tutti si augurano che tu vada via presto per non patire più.


Mago Inverno punto nel suo orgoglio risponde stizzito:
Si vede che tu sei un piccolo uccello e non capisci nulla, altrimenti non mi parleresti con questo tono. Se la terra non dormisse lungamente sotto la coltre di neve, a Primavera non spunterebbero le pianticelle. Quando qualcuno lavora tanto ha il diritto di riposare, per riprendere forze e ricominciare il suo lavoro con più lena ed entusiasmo. Osserva gli alberi: sono nudi, con i rami scheletriti, anche loro riposano. A Primavera, però, si ritroveranno pieni di fiori e di foglie, grazie al riposo che io ho concesso loro. Tu dici che io non porto doni belli, ma il Natale che cos’ è? Non è un grande regalo che porto all’umanità?
Lo scricciolo risponde :- Natale, secondo me, è una festa, non un dono.
Mago Inverno pensa alle parole dell’uccellino e per non essere da meno rispetto alle altre stagioni pensa di lasciare agli uomini, prima di andarsene, un dono. Egli con la sua bacchetta magica batte per tre volte sulla neve. Meraviglia! Sboccia un grazioso fiorellino bianco,delicato con macchioline verdi all’apice. Egli è molto coraggioso, perché sta ritto in mezzo alla neve e sfida il gelo, senza tremare.
Lo scricciolo chiede a Mago Inverno come si chiama quel suo fiore. Mago Inverno risponde:- “Bucaneve”, perché è sbocciato dalla neve.
Il piccolo fiore ha la forma di una campanella ed all’uccellino sembra che esso si dondoli dolcemente sul suo esile stelo e tintinnando dica a tutti di non preoccuparsi, perché dopo il freddo e il gelo invernale ritornerà il sole a risplendere nel cielo ed a riscaldare tutti con i suoi raggi luminosi e caldi.

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