Alimentazione di Ieri e di Oggi

On 18 settembre 2017 by Nonna Tina

In occasione della festa dei nonni abbiamo pensato di invitare a scuola i nonni ed i bisnonni dei bambini non solo per festeggiarli,  ma per approfondire la conoscenza della tematica che stiamo trattando in questo anno scolastico: l’alimentazione. Vogliamo porre loro delle domande sull’alimentazione praticata ai loro tempi per confrontarla con quella di oggi.                 

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                               INTERVISTIAMO I NONNI PONENDO LORO DELLE DOMANDE

A colazione cosa mangiavate?

Facevate a scuola lo spuntino come noi?

Il vostro pranzo in cosa consisteva?

Ai vostri tempi c’era la merenda?

A cena cosa mangiavate?

I dolci li mangiavate spesso?

I nonni dopo avere ascoltato attentamente le domande dei nipotini e avere pensato un po’ rispondono a turno. Ognuno di loro racconta le proprie esperienze e rievoca ricordi del passato con infinita nostalgia.

Un bisnonno dice che ai suoi tempi non c’era l’abbondanza di oggi e a malapena le mamme riuscivano a preparare qualcosa per il pranzo o la cena. Si aveva sempre fame e, a volte, si andava nei campi coltivati, nei frutteti altrui a prendere un po’ di roba. Un nonno racconta che lui un giorno è andato in un castagneto non di sua proprietà e i padroni l’hanno sorpreso a raccogliere delle castagne. In un primo momento volevano sgridarlo ed accompagnarlo dalla mamma per farlo punire, ma dopo si sono dispiaciuti nel sapere che erano giorni che non mangiava nulla così gli hanno permesso di portarsi via le castagne raccolte.

A quel tempo le castagne rappresentavano  il pane  dei poveri.  Si mangiavano tanti legumi perché erano sostanziosi e sostituivano la carne.

Un altro nonno ricorda che la sera beveva un po’ di latte con un pezzetto di pane perché non si disponeva di altro.

Un bisnonno dice che a casa sua a cena si mangiavano gli avanzi del pranzo e se mancavano allora si andava a letto con la pancia vuota e la notte non si riusciva a dormire per i morsi della fame.

Un altro nonno ricorda che un giorno è andato con amici a raccogliere delle prugne acerbe in un giardino vicino casa sua. Egli sapeva che stava per compiere una cattiva azione perché quei frutti non gli appartenevano, ma la fame era tanta ed il suo stomaco da tanti giorni borbottava perché era vuoto.

Un altro nonno racconta che ai suoi tempi si consumavano solo i prodotti coltivati da genitori o nonni. Chi aveva un orto o un pezzo di terra non soffriva tanto la fame.

Un altro nonno afferma che a scuola per lo spuntino portava delle castagne cotte al fuoco la sera prima.

Una nonna ricorda che a merenda mangiava del pane caldo appena uscito dal forno con un filo di olio.

Un’altra sostiene che lei a merenda mangiava una fettina di pane con sopra un po’ di zucchero e acqua.

Un bisnonno dice che quando a casa sua non c’era nulla da mangiare una sua zia gli regalava dei fichi secchi. Com’erano buoni e saporiti!

Una nonna sostiene che lei si divertiva tanto quando la sua mamma e sua nonna facevano il pane che doveva durare per un mese. I primi giorni era buono e croccante, ma dopo un po’ si induriva talmente tanto che era necessario ammorbidirlo con l’acqua per poterlo mangiare.

Un’altra nonna riferisce che al suo paese c’era l’abitudine di scambiarsi il pane con i vicini in modo da avere pane fresco per alcuni giorni.

Una bisnonna racconta che i suoi erano contadini e producevano farina nera.  Con essa preparavano pane integrale. A lei non piaceva tanto e spesso si faceva dare una fettina di pane bianco da una sua amichetta che lo comprava al forno. Ella in cambio le dava una forma intera di pane integrale.

Un’altra nonna ricorda che la sua mamma essiccava al sole estivo la passata di pomodoro e quando preparava la pasta vi scioglieva un cucchiaio di quella passata. Il sapore era straordinario.

Un bambino le chiede come mai non faceva il purè. La nonnina spiega al bambino che a quei tempi non si avevano bottiglie di vetro in abbondanza per riempirle di purè.

Un bisnonno ricorda che quando lui era piccolo la carne non la mangiava quasi mai. Il macellaio del suo paese prima di macellare un vitello andava casa per casa a chiedere se qualcuno fosse disposto a comprarne un po’. Solo quando era sicuro che lo avrebbe venduto tutto macellava l’animale.

Una nonna afferma che la sera a cena mangiava una pastina con uovo sbattuto e olio. Era una vera bontà.

Un’altra nonna ricorda che mangiava i dolci a Natale e a Pasqua e in altre particolari occasioni: matrimoni, battesimi, ecc…

QUALI CONSIDERAZIONI ABBIAMO TRATTO DALL’INTERVISTA?

Ai tempi dei nostri nonni e bisnonni l’alimentazione era molto diversa dalla nostra.

I nonni consumavano solo i prodotti di stagione che producevano loro stessi nei loro campi. Non buttavano nulla. Gli avanzi venivano riciclati. Le coltivazioni erano naturali infatti non utilizzavano fertilizzanti e nemmeno prodotti chimici, ma solo letame. Essi coltivavano soprattutto il grano dal quale ricavavano la farina. Con essa facevano il pane che a quell’epoca era considerato l’alimento più importante della vita. Le nonne con i prodotti dell’orto facevano delle conserve che venivano consumate durante l’inverno (salsa di pomodoro, ortaggi sotto olio , ortaggi essiccati, ecc…). Conservavano la frutta mettendola in un vaso con spirito.  Seccavano al sole i fichi e poi l’infornavano e le sere d’inverno quando non avevano nulla li mangiavano.

Essi mangiavano i dolci e la carne raramente, solo in alcune  feste.

L’alimentazione dei nonni quindi era più sana, più naturale e più equilibrata della nostra.

L’alimentazione è cambiata con  l‘avvento dell’industrializzazione. Molte persone  hanno abbandonato le campagne e si sono trasferite in città con il miraggio di un avvenire migliore. I prodotti alimentari non si coltivano più, ma si comprano. Non possiamo negare che oggi la nostra alimentazione è più ricca e varia rispetto a quella dei nonni, ma è meno genuina. I prodotti che si comprano nei supermercati non hanno, a volte, nessun sapore. I prodotti non sono legati alla stagionalità perché con la globalizzazione si trovano  per tutto l’arco dell’anno. Molti prodotti contengono additivi e coloranti. A volte vengono anche mistificati e manipolati.

 Le nostre nonne preparavano e cucinavano i cibi perché erano prevalentemente casalinghe ,oggi, invece, le mamme lavorando fuori casa hanno poco tempo da dedicare alla cucina così si è presa l’abitudine di consumare cibi già pronti  o surgelati. Si consumano fuori  pasti veloci a base di cibi detti “spazzatura” che sono poco digeribili e a lungo andare fanno male all’organismo.

Per confrontare le varie risposte date dai nonni sui cibi che consumavano  abitualmente possiamo realizzare una tabella.

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Prendiamo un cartoncino e lo dividiamo in  riquadri. Nella prima colonna scriviamo il nome dei nonni; l’età, il ceto sociale dei nonni; la colazione che facevano i nonni; lo spuntino o merenda del mattino; il pranzo,  la merenda; nel  la cena. Possiamo notare che gli alimenti cambiano in base all’età dei nonni o al luogo di residenza.

                                             QUALI CIBI PREPARARE

Per festeggiare i nonnini abbiamo pensato di allestire a scuola un buffet con piatti caratteristici della loro infanzia, aiutati dalla cuoca, dai bambini, dalle mamme e nonne.

Come abbiamo constatato i cibi sono diversi da un luogo ad un altro per cui non possiamo dare delle ricette uniche. Possiamo, però, fornire un suggerimento. Si possono scegliere quelle pietanze che vengono preparate in tutte le regioni italiane. Per esempio la pasta e fagioli viene preparata ovunque certamente con delle varianti. Chi utilizza un aroma, chi un altro, chi mette le cotiche di maiale, chi le cipolle,ecc…

Anche la polenta è un cibo conosciuto da tutti. In alcune regioni vi si mette la salsiccia, in altre il sugo, in altre le fave o altre verdure, in altre ancora viene arrostita.

La pasta alla carbonara è un piatto bene o male preparato da tutti, così il minestrone.

Possiamo preparare un dolce come il castagnaccio, la torta di mele, dei biscotti con mandorle o nocciole, mostaccioli, ecc…

Naturalmente invitiamo le nonne a scuola qualche giorno prima della festicciola perché aiutino a scegliere  le pietanze e i prodotti necessari per le diverse preparazioni. 

                                   PREPARIAMO UN REGALINO PER I NONNI

Concludiamo questa bella giornata che ci ha permesso di conoscere tante cose  della vita dei nonni,  dalla loro viva voce recitando una poesiola e cantando una canzoncina. Infine offriamo loro come segno del nostro amore un piccolo dono.

Vi proponiamo il “ricettario dei nonni“, in cui raccogliere le ricette che i nonni ci hanno riportato in occasione della nostra festicciola.

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ESECUZIONE

Si prende una rubrica ad anelli e si ricopre la copertina con un foglio di carta adesiva adeguatamente ritagliata (si possono anche utilizzare ritagli di carta da parati). Si decora realizzando i nostri nonni con un cucchiaio ed una forchetta di legno. Si può incollare e lasciare asciugare! 

 

                                              POESIA

AI MIEI NONNI,

Vorrei dire a tutti voi

 che i miei nonni son due eroi,

  instancabili e perfetti,

  mi riempiono di affetti.

  Sono unici e speciali,

 san curare tutti i mali,

  ma non usan medicine:

  solo baci e carezzine,

  e riempiono il mio cuore

con il loro grande amore!

                ( tratto da: Pinterest)

 

                                                   I MIEI NONNI

I nonni sono eccezionali,

sono angeli senza ali.

Essi ritornano bambini

per amore dei nipotini.

Per i loro pargoletti

Preparano tanti manicaretti:

lasagne e cannelloni,

biscotti e ciambelloni,

pollo e patatine

delizia dei bambini.

I nonni sono un tesoro,

preziosi più dell’oro.

Oggi un grazie va ai nostri nonnini

per la pazienza, le coccole, l’affetto

ed i tanti bacini.

                             (Nonna Tina)

 

 

 

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