Una Mamma Fantasiosa
Da più giorni Niccolò non esce di casa per andare a scuola e la cosa più strana è che anche i suoi familiari non vanno al lavoro. Pensa tra sé che è una cosa insolita stare a casa quando non ci sono vacanze o quando non si è ammalati. Chiede più volte a mamma Margherita cos’è questa novità, ma la mamma non gli dà nessuna risposta e nemmeno il papà quando gli pone la stessa domanda. La mamma non va più neppure a fare la spesa, ma viene il ragazzo del droghiere a portarla.
Niccolò dopo alcuni giorni diventa insofferente perché vuole andare a scuola per ritrovarsi con i suoi compagnetti e finire quel dono che avevano iniziato con le maestre per la festa del papà. Sbuffa continuamente perché si annoia a morte. Quell’isolamento dal mondo esterno gli pesa sempre più man mano che passa il tempo. Egli non può immaginare neppure lontanamente quello che sta succedendo nel suo paese e nel mondo. Papà Mattia quando lo vede triste e malinconico lo prende sulle sue ginocchia e gli racconta una bella storia oppure gioca con lui. La mamma, invece, quando piange e batte i pugni alla porta di casa, perché vuole scendere nel cortile a giocare con il pallone, lo coinvolge nella preparazione di cibi e dolci. Solo in quei momenti egli è felice perché può impasticciare e anche se si sporca la mamma stranamente non lo sgrida.
Niccolò ha notato che da qualche tempo ella è più permissiva. Come mai? Si chiede il piccino. Eppure lui è il solito birbantello che ne combina di tutti i colori. Mamma Margherita sa che sarà dura tenere ancora chiuso il figlioletto in casa e non sa come spiegargli quello che sta accadendo. Lo sa bene che prima o poi dovrà pur dirgli qualcosa per giustificare quel ritiro forzato che ormai si sta protraendo da più settimane.
Pensa e ripensa, le sovviene ad un tratto un’idea. Chissà se funzionerà.
Mamma Margherita inventa una storia che a lei sembra azzeccata per lo scopo. Ella ha sentito dire che attraverso le fiabe ed i racconti i bambini riescono a comprendere sentimenti umani, avvenimenti e aspetti della realtà che altrimenti non riuscirebbero a capire.
Un giorno, quando Niccolò inizia a fare i capricci perché vuole uscire di casa, gli dice di sedersi tranquillo accanto a lei e di aprire bene le orecchie perché gli vuole raccontare una storia. Se l’ascolterà con attenzione capirà perché loro, i compagni, le maestre e i compaesani se ne stanno da qualche tempo chiusi in casa. Figuratevi Niccolò si è così incuriosito che subito si pone all’ascolto e sollecita la mamma a raccontare. Mamma Margherita inizia la storia dicendo che nel loro paese è arrivato all’improvviso, non si sa da dove, Coronello, uno strano essere che si diverte a fare del male alle persone che incontra, spruzzando le sue goccioline di saliva vicino alla loro bocca. In queste goccioline c’è una strana sostanza che fa ammalare non solo i grandi, ma pure i piccoli. Per questo tutti hanno paura di lui e se ne stanno rintanati in casa e lo considerano una vera calamità. Nessuno lo può fermare perché è velocissimo più del vento e si sposta continuamente da un luogo ad un altro. Coronello, a volte, starnutisce e fa cadere le goccioline a terra, su superfici e oggetti. Se qualcuno malauguratamente le tocca con le mani è un vero disastro.
– Perché? Niccolò chiede alla mamma.
-Succede che la persona che è venuta a contatto con le goccioline e mette le mani contaminate in bocca fa entrare nel suo corpo questa sostanza e subito gli prende la febbre e un forte raffreddore. Molte persone per guarire devono addirittura andare all’ospedale perché hanno bisogno di cure particolari. Per questo è buona norma lavarsi sempre bene bene le mani con il sapone quando si tocca qualcosa.
Niccolò a questo punto vuole sapere come è fatto Coronello. La mamma gli dice che lei non l’ha mai visto, ma le persone che sfortunatamente l’hanno incontrato l’hanno descritto come un mostriciattolo con un testone rotondo intorno al quale ci sono tante antennine rosse, con due gambette lunghe e così sottili che sembrano spaghetti. Il suo sguardo è malizioso e sulle sue labbra c’è sempre un ghigno. Si capisce subito che è un tipo cattivello, maligno, astuto e malintenzionato. Niccolò ad un tratto esclama: – Mamma fermati! Vengo subito.
- Ma dove corri? Non vuoi sentire la conclusione della storia?
- Sì, certamente. Voglio andare solo nella mia stanzetta a prendere carta, matita e colori perché voglio disegnare Coronello. Il bambino dopo aver realizzato il disegno, esclama: – Ma che stupidi! Nessuno ha capito che è un marziano! E’ arrivato sicuramente da Marte con tutte quelle antenne rosse intorno alla testa per questo ci vuole fare la guerra e rendere a tutti la vita difficile.
Niccolò poi invita la mamma a riprendere la narrazione. La mamma continua il racconto dicendo che Coronello da quando le persone se ne stanno in casa e le strade sono sempre deserte e silenziose non si diverte più. Egli per questo è diventato rabbioso e la sua cattiveria è aumentata perché vede che le persone sono tutte unite e si vogliono tanto bene anche se non si vedono e stanno lontane. Tutti si fanno coraggio a vicenda e sono certi che presto Coronello li lascerà in pace. La gente confida anche nell’aiuto di Dio ed eleva al Cielo canti e preghiere. E’ difficile ammettere la sconfitta e così un bel giorno Coronello se ne va silenziosamente nel suo mondo. La gente è così felice di essersi liberata di lui. Tutti si abbracciano, si baciano, cantano e ballano per le vie. L’incubo è finito e finalmente il sole è tornato a splendere sul paese e i suoi abitanti.
Niccolò resta per qualche minuto pensieroso e poi sorridendo dice alla mamma che è stata geniale perché mediante quella storia bellissima ha capito che fuori c’è qualcuno che li minaccia e solo stando in casa lo si può sconfiggere. Il bambino rivolgendosi alla mamma le dice se lei è d’accordo vorrebbe dare, però, un finale diverso alla sua storia. Mamma Margherita annuisce ed è curiosa di sentire la sua versione. Niccolò sostiene che la storia è più bella se ha un lieto fine. Egli non vuole che ci sia un perdente, ma vuole dare una possibilità a Coronello di cambiare e di riabilitarsi agli occhi di tutti. Chiunque può diventare migliore se lo desidera veramente e se ci mette l’impegno. Niccolò immagina che un giorno un bambino coraggioso esca di casa eludendo la sorveglianza dei familiari e vada alla ricerca di Coronello. Dopo avere girato il paese in lungo ed in largo finalmente lo trova seduto su un muretto. Gli fa un po’ pena vederlo lì triste e tutto solo. Coronello appena lo vede si alza e lo aggredisce verbalmente.
– Bene bene, ecco che arriva l’eroe del paese! Non hai paura di me?
– No, dice risoluto il bambino. Perché dovrei? Io sono sicuro che in fondo in fondo tu sei buono come me. Ti comporti male forse perché nessuno ti ha mai insegnato a rispettare le persone e la buona educazione.
Niccolò chiede a Coronello se nel mondo dove vive ha degli amici. Egli dice no muovendo la testa.
– Ti piacerebbe averne qualcuno? Gli chiede il bambino .
Coronello afferma che sarebbe contento anche di averne solo uno, ma alla sua vista tutti scappano a gambe levate e nessuno vuole stare con lui perché incute paura.
Il bambino gli fa notare che se non ha amici la colpa è solo sua che non sa rapportarsi con gli altri e soprattutto perché è prepotente e una birba. A lui piacerebbe averlo come amico e tanto. Coronello ascoltando quelle parole si commuove e piange di gioia perché è la prima volta che qualcuno gli dimostra simpatia e un po’ di affetto. Una piccola luce squarcia quell’oscurità e quella immensa solitudine che fino a quel momento lo avevano avvolto. Si vede finalmente così com’è e come lo vedono gli altri: un essere senza cuore che colpisce gli altri senza un motivo reale, ma solo per il gusto di vederli soffrire . Egli decide di ravvedersi e di cambiare. E’ pronto a chiedere perdono a tutti per il male fatto e decide di non tornare più nel suo mondo, ma di restare lì con quell’unico amico che lo ha aiutato a prendere coscienza di sé e di come poteva essere. E … anche perché gli piacciono quelle persone che vivono in quel posto che hanno saputo contrastarlo con determinazione e non si sono lasciate sopraffare dalla paura , ma si sono strette in un grande ed unico abbraccio per farsi coraggio e difendere la loro libertà personale, la loro vita e la pace.
Quale finale vi è piaciuto di più? Quello di mamma Margherita o quello di Niccolò?