Il Papavero Rosso

On 17 giugno 2025 by Nonna Tina

L’ estate è arrivata da poco con il suo sole splendente e con un tripudio di colori e di profumi. I prati e i giardini sono già pieni di fiori, gli alberi sono carichi di frutta odorosa e colorata e nei campi le spighe ondeggiano al vento. Manca poco al tempo della mietitura. I contadini sono felici perché il raccolto quest’anno è abbondante, infatti le spighe sono piene di grossi chicchi di grano. Il pane è assicurato!

 

 

Demetra, la dea della natura, dell’agricoltura, delle messi e del grano decide, in una notte stellata, di scendere dal cielo sulla terra con il suo cocchio d’oro per vedere se fata Estate ha fatto bene il suo lavoro. Ad un tratto vede un campo dove ci sono tante spighe. Sono veramente belle, ma pensa tra sé che tra quelle messi dorate manca una pennellata di colore vivo. Demetra poi continua il suo giro di perlustrazione ed è felice perché fata Estate ha fatto tutto alla perfezione, come ogni anno.

Ella allora decide di tornare nel suo mondo. Durante il tragitto verso casa un vento birichino la raggiunge e le strappa dai capelli un bellissimo fiorellino rosso.

Ella cerca di afferrarlo, ma inutilmente perché il vento lo porta sempre più lontano da lei.

Il fiorellino impaurito prega il vento di lasciarlo andare perché gli gira la testa. Egli invece per dispetto lo fa roteare di qua e di là come una trottola. Solo quando lo vede sfinito lo lascia cadere giù in un campo di spighe.

Il mattino successivo quando la spiga Elsa si sveglia e nota quel fiorellino chiama a raccolta tutte le sue sorelle: – Svegliatevi! Prestooo … correteee … c’è un intruso nel nostro campo!

Le spighe non fanno fatica a vederlo perché il suo colore rosso vermiglio risalta subito agli occhi. Esse lo osservano e dichiarano che è un fiorellino esile, delicato ed insignificante e ha addirittura lo stelo peloso.

Il fiorellino dal canto suo guarda con stupore quelle piante alte, belle e rigogliose. Dinnanzi a loro si sente un tapino. La spiga Mia all’improvviso gli chiede da dove viene.

Egli si emoziona talmente tanto che non riesce a spiccicare parola.

Allora interviene la spiga Mirella dicendogli: – Il tuo nome almeno lo conosci?

Il fiorellino abbassa la corolla e dice che si chiama papavero.

Quella si mette a ridere a crepapelle, le fanno coro le sorelle:- Che nome è questo? Chi te l’ha messo? E ripetano all’infinito papavero … papavero … papaveroooo .. e lo deridono.

Il papavero ci resta veramente male, poi si fa coraggio e con un filo di voce risponde: – Me l’ha messo la dea Demetra. Ma nessuna di loro gli crede e gli dicono che è solo un bugiardo.

Sara, una spiga grossa e bassa scende in campo per difenderlo, ammonisce le sorelle per il loro comportamento poco dignitoso e, poi lo consola dicendogli che è un fiorellino bellissimo perché ha un colore luminoso e sottolinea il suo aspetto regale e signorile.

Il papavero sentendo quelle parole dette con sincerità si commuove e ringrazia quella spiga gentile.

Con il passare del tempo le spighe complottano per mandarlo via dal loro campo. Esse ritengono che quel fiore è inadeguato alla bellezza del loro luogo. Le spighe sono scortesi verso il papavero, lo deridono e lo mortificano continuamente per costringerlo ad andare via. Il fiorellino fa il finto tonto e pensa tra sé che nessuno lo smuoverà da lì perché ama tanto quel posto e … poi … si è affezionato, al di là di tutto, a quelle spighe.

Un giorno esse visto che il piccolo fiore non capisce il loro messaggio gli dicono chiaramente che deve andarsene subito dal loro campo perché non appartiene alla loro famiglia e quindi è un estraneo.

Il papavero poverino è veramente rattristato e deluso dal comportamento tenuto dalle spighe nei suoi confronti.

Egli dice a se stesso: – Sono stato uno sciocco a considerare quelle spighe altezzose delle amiche! Mi sono illuso! Eppure sono stato sempre buono, gentile, educato e disponibile con loro.

Una mattina il fiorellino si alza presto e con la morte nel cuore si mette in cammino e piange perché non sa dove andare. Si sente smarrito e confuso. Lungo la strada incontra una farfallina che gli chiede il motivo di quel pianto. Il papavero gli racconta la sua storia e della cattiveria di quelle spighe. L’insetto lo rincuora dicendogli che insieme troveranno sicuramente un posto giusto per lui. In lontananza vedono un prato di margherite e si dirigono in quella direzione. Esse appena li vedono li salutano calorosamente e li invitano a fermarsi un po’ con loro. Rivolgendosi poi al papavero esclamano : – Che bel vestito vellutato che hai! Sembri un damerino.

La margheritina più piccola chiede ai due dove sono diretti. Conosciuta la storia del fiorellino si commuove perché è solo, non ha una casa e non ha amici.

Allora le margheritine di comune accordo gli offrono ospitalità e gli mostrano tanto affetto. Il papavero è felice di restare con loro e pensa tra sé che nel mondo non tutti sono cattivi e maleducati come quelle spighe.

Le spighe quando si accorgono che il papavero non c’è più rimangono senza parole. In un primo momento si rallegrano, ma dopo qualche giorno sentono la sua mancanza. Il loro campo senza il fiorellino rosso non è bello come prima. Lo cercano allora ovunque, ma non lo trovano da nessuna parte. La loro ricerca è infruttuosa. Il papavero sembra scomparso nel nulla.

Un giorno un grilletto passando per il campo e sentendo le spighe parlare di un papavero scomparso dice loro che il fiore che cercano l’ha visto nel prato insieme alle margherite. Esse subito corrono in quel luogo e quando lo trovano gli chiedono perdono per la loro cattiveria ed insensibilità e lo pregano di tornare nel loro campo. Ma le margheritine protestano. Esse si sono talmente affezionate al papavero che non vogliono assolutamente che vada via e si mettono a piangere. Insieme hanno trascorso dei giorni fantastici, felici e gioiosi all’insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco.

A questo punto il fiorellino si trova in difficoltà perché non sa come uscire da quella situazione incresciosa che si è venuta a creare. Ad un tratto gli sovviene un’idea: perché no? Si chiede il papavero. Può benissimo trascorrere un periodo con le margherite e un altro periodo con le spighe. Così facendo accontenta tutte.

Spighe e margherite accettano favorevolmente questa soluzione. Il papavero ora è felice e si sente un vero principino perché è amato e coccolato sia dalle umili margheritine che dalle superbe e altezzose spighe.

Solo quando si perde qualcuno si apprezza e si riconoscono i suoi meriti.

 

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