Brighella
Nella bella città di Bergamo vive un bambino bello ed intelligente di nome Fiorello, che da qualche tempo tutti chiamano Brighella, che significa attaccabrighe. Egli, infatti, è una vera peste e fa disperare la mamma perché combina sempre guai. Non solo, ma bisticcia continuamente con gli amichetti per il suo carattere prepotente e aggressivo. Nessuno vuole giocare più con lui o stare in sua compagnia perché il birbantello si appropria dei balocchi altrui o li rompe se non gli vengono dati spontaneamente. Brighella vuole sempre organizzare i giochi e decidere tutto, impedendo agli altri di prendere iniziative. A poco a poco gli amichetti si allontanano da lui e così rimane solo. Un giorno, nella piazza della città, incontra per caso un bambino di nome Arlecchino.
Sì, proprio quell’Arlecchino che indossa un vestitino variopinto e nasce tra loro una vera amicizia. Brighella è contento perché ha finalmente un amico con il quale giocare e passare un po’ del suo tempo. I due vanno d’amore e d’accordo perché si somigliano nel carattere. Arlecchino, però, è remissivo e si lascia facilmente condizionare da Brighella che lo coinvolge in tutte le sue avventure, a volte poco edificanti. Insieme sono una forza della natura e ne combinano di tutti i colori. Le persone, ormai conoscono bene i due e li considerano degli scavezzacolli per tutte le monellerie che fanno. Quando li vedono insieme, tutti tremano dalla paura perché non si sa mai cosa frulla nelle loro teste. Un giorno Brighella dice all’amico del cuore che ha visto nel giardino della signora Adele una pianta carica di pere mature e vorrebbe coglierne qualcuna. A guardarle fanno venire proprio l’acquolina in bocca.
Arlecchino rivolgendosi a Brighella: – No, no, assolutamente no. Non possiamo rubare proprio le pere della signora Adele, perché è un’amica della mia nonna e se ci cogliesse con le mani nel sacco informerebbe subito la mia nonnetta. E … allora sì che sarebbero dolori!
Brighella indignato: – Non raccontare storie Arlecchino! Dici la verità! Sei un fifone, fifone, fifoneeee. Lo sai che siamo abili, agili e scaltri e ciò non succederà mai. Andiamo questa notte quando tutti dormono così non ci vede nessuno.
Arlecchino sulle prime fa resistenza, ma alla fine, come sempre, si lascia convincere da Brighella. La notte scavalcano il cancello ed entrano nel giardino, poi con passi felpati, cercando di non fare il minimo rumore, si avvicinano al pero. Brighella invita Arlecchino a salire sulla pianta per prendere le pere, mentre lui sta ai piedi di essa per raccogliere i frutti che l’amico butta giù. Ad un tratto giunge un cane che abbaia talmente forte da svegliare il padrone del giardino. L’uomo esce fuori di casa di corsa imbracciando un fucile. Vedendo quei due bricconcelli urla:
- Se vi acchiappo vi faccio passare la voglia di rubare e, così dicendo, fa vedere loro il fucile.
Brighella, senza pensarci due volte, scappa come un fulmine e lascia l’amico nei guai. Il cane lo insegue, ma senza successo perché Brighella è come una saetta e riesce a seminare il mastino.
Arlecchino allora comincia a piangere e a disperarsi e pensa tra sé che Brighella non si è certo comportato da amico, lasciandolo lì da solo. E’ stata sua la pessima idea di andare a rubare le pere! L’uomo afferra Arlecchino per un braccio, lo tiene fermo e gli dice che lo farà arrestare per quello che ha fatto. Intanto, svegliata da tutto quel trambusto, giunge anche la signora Adele. Il marito l’informa dell’accaduto. La donna, riconosciuto Arlecchino, lo rimprovera e minaccia di raccontare tutto alla sua nonna.
Arlecchino con voce lamentosa prega la signora di non farlo perché altrimenti verrà punito severamente dal papà. Chiede perdono per quello che ha fatto e le giura di non compiere mai più un’azione simile. La donna si commuove e, vedendo il ragazzo pentito, convince il marito a lasciarlo andare via.
Brighella, dopo quanto è accaduto, non ha il coraggio di cercare Arlecchino. Sicuramente sarà parecchio arrabbiato con lui, così per un bel po’ di tempo non si fa vedere in giro e non lo cerca. Arlecchino, dal canto suo, è felice di non vedere l’amico perché ha capito che Brighella, sconsiderato com’è, gli fa compiere brutte azioni che i ragazzi buoni non commettono. Forse sarebbe meglio stare alla larga da lui. I due amici, così, si perdono di vista per alcuni anni. Intanto essi crescono e diventano due giovanottoni belli e forti. Si incontrano poi un giorno inaspettatamente a casa del signore Pantalone, un ricco avaraccio che li ha assunti come suoi servitori.
Figuratevi la gioia di Brighella e di Arlecchino nel ritrovarsi! Si abbracciano calorosamente, si baciano e si promettono di non lasciarsi mai più. I due amici riprendono la vita di prima. Fanno scherzi al loro padrone Pantalone, lo raggirano e lo derubano. Non si limitano, però, solo a questo, ma effettuano burle, imbrogli ed intrighi a danno anche di altre persone. Spesso i due si ritrovano in grossi guai. Arlecchino è incapace di liberarsi dall’influenza negativa di Brighella e ne soffre. Felice, invece, è Brighella perché può sempre contare sull’amico e coinvolgerlo nelle sue bravate e azioni losche. Brighella è convinto che lui è intelligente, scaltro , astuto mentre Arlecchino è uno sciocco che può manovrare a suo piacimento. Ma si sbaglia di grosso perché Arlecchino rinsavisce quando incontra Colombina e si fidanza con lei. La fanciulla lo aiuta a diventare indipendente da Brighella e a ragionare con la propria testa. L’amore fa miracoli! Anche Brighella conosce, dopo qualche tempo, una ragazza, amica di Colombina e se ne innamora e cambia vita. I due amici, grazie alle due ragazze, si frequentano con uno spirito nuovo. Ormai i due giovani sono cambiati, non sono più scapestrati e discoli. Essi sono ormai maturati e hanno capito che l’età delle birichinate è passata, ora è il tempo di comportarsi da uomini maturi e responsabili.